lunedì 25 luglio 2011

La fotografia sociale di Ugo Panella



"Fotografare il dolore è difficile perché il confine tra verità e pietismo è sempre molto labile e l'obiettivo scruta impietoso, invade e toglie pudore alla disperazione degli uomini".
Sono parole di Ugo Panella, che dalla passione per la fotografia di denuncia e impegno civile si è fatto condurre in vari luoghi del mondo, dove il quotidiano è spesso scandito dalla violenza e dalla mancanza di rispetto per la dignità umana.
Foto dure, che lasciano il segno, ed insieme bellissime per la capacità dell'autore di entrare in sintonia col soggetto, di coglierne con sensibilità e rispetto le emozioni. Raccontano la vita negli "slums" di Nairobi e quella dei senzatetto del Cairo, dove un milione di esseri umani vivono tra le tombe del più grande cimitero della città; delle ragazze sfigurate dall'acido solforico e delle prostitute bambine in Bangladesh; della fatica di centinaia di uomini che al largo della Birmania smantellano le navi da cargo arenate sulla spiaggia. 

I reportage, pubblicati dalla stampa italiana ed internazionale, hanno condotto Panella nelle zone di conflitti e di gravi disagi sociali di ogni parte del mondo, per raccontare "frammenti di esistenze sfortunate che spero arrivino alla sensibilità di chi è ancora in grado di farsi domande e tentare qualche risposta concreta"
Per la onlus Soleterre Panella ha realizzato la mostra "La vodka contro il cancro", 40 scatti fotografici nel reparto oncologico pediatrico dell'ospedale di Kiev. Dal suo ultimo lavoro in Italia, un reportage sulla malattia mentale all'Istituto Papa Giovanni XXIII° di Serra d'Aiello in Calabria, è nato il libro: "In direzione ostinata e contraria".


 Ospedale oncologico pediatrico - Kiev


Prostitute bambine - Bangladesh

Bambini soldato - Sierra Leone

Aids - India

Prefiche - Grecia

Sul sito tutti i lavori più recenti.

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