giovedì 30 giugno 2011

Con Janet alla ricerca della leggerezza



Per motivare le sue scelte artistiche l'americana Janet Echelman cita Calvino: "la ricerca della leggerezza è una reazione al peso di vivere". E in effetti le sue installazioni fluttuano come gigantesche meduse in contesti metropolitani, animate dalla mutevole coreografia del vento, leggere e spettacolari.
Con un lontano trascorso di studente di biologia evolutiva all'Harvard College, che le ha permesso di osservare nei fossili le varietà delle forme plasmate dal vento, dall'acqua e dal tempo, la Echelman ha associato questa esperienza estetica ad un concreto sviluppo tecnologico.
Le sue sculture utilizzano una strutura rigida in acciaio, una specie di armatura combinata con forme volumetriche flessibili, coperte da una impalpabile e resistentissima rete realizzata in fibre tecniche.
Queste forme monumentali come grandi fossili immaginari appaiono nelle città, fuori scala e fuori contesto, generando negli spettatori, come è avvenuto per "She Changes" in Portogallo le più disparate interpretazioni: reti da pesca, navi e alberi della storia marittima portoghese, strisce delle vecchie ciminiere industriali, pizzo portoghese, creature marine o increspature nell'acqua.
Con la sua creatività Janet Echelman coinvolge e sollecita la mente. Il suo obiettivo è quello di creare un'opera con la quale i residenti possano instaurare una relazione, e che possa incarnare l'identità locale.
Dietro queste evanescenti forme che sembrano plasmate dalla natura si cela una accurata programmazione, come si può osservare negli studi preparatori computerizzati.









Studio preparatorio


Studio preparatorio


Qui potete vedere altri lavori dell'artista.

mercoledì 29 giugno 2011

Timelapse più HDR, in "The Chapel" il risultato è magico



Lo "short movie" The Chapel del regista Patryk Kizny è dedicato alla chiesa di Zeliszów, in Polonia.
L'edificio, destinato al culto protestante, fu costruito tra il 1796 e il 97 su progetto della massima autorità dell'epoca: Carl Langhans (sono suoi i progetti dello Schlosstheater e del Belvedere di Charlottenburg, delle sale del Palazzo di Marmo di Potsdam, della Porta di Brandeburgo di Berlino), ed è oggi in uno stato di totale abbandono.
Kinsky, nato da quelle parti, ha sentito il bisogno di immortalare l'interno della splendida struttura a pianta circolare, tutta realizzata in legno e con balconate intagliate che corrono sull'intero perimetro, attraverso un timelapse in cui l'edificio assume un aspetto magico, quasi pittorico. Un effetto dovuto certamente alle realizzazioni fotografiche in HDR e accentuato dalla luce che filtra dalle pareti danneggiate, dal pulviscolo che sembra avvolgere lo stesso spettatore e dalla delicata musica di Tomas Leonhardt.
La combinazione di due modalità come il timelapse e l'HDR rendono il video particolarmente interessante anche sul piano tecnico. Nel making of Kizny spiega molto sulle metodologie del lavoro, sull'interminabile tempo delle riprese fotografiche (quasi un'ora ciascuna) e sulla varietà delle attrezzature utilizzate.


TheChapel. A short film. (HDR timelapse) from Patryk Kizny on Vimeo.



Making Of The Chapel from Patryk Kizny on Vimeo.

martedì 28 giugno 2011

Vivid Sydney, esplosione di luci e colori


Si è da poco conclusa la terza edizione di Vivid Sydney, il festival dedicato alla creatività della luce e del suono.
Gli artisti presenti alla manifestazione hanno colorato la città con originalità e ispirazione e con proiezioni mozzafiato sulle pittoresche vele del Sydney Opera House.
Il fotografo Zhao James era presente all'evento e, dopo aver scattato oltre 5000 foto in 12 ore di lavoro, ha montato il timelapse che vi proponiamo.
Altre immagini della festival potete trovarli sul sito di Zhao James e sulla pagina di Flickr dedicata al Vivid Sydney.






lunedì 27 giugno 2011

Le architetture apocalittiche di Ben Grasso

Potrebbe essere necessario guardare due volte i lavori di Ben Grasso per rendersi conto che sono dipinti ad olio e non foto di strutture reali, miracolosamente sospese. La pittura iperrealista mostra una eccezionale visione artistica e suscita  emozioni che altre forme pittoriche, in un momento storico che privilegia espressioni artistiche alternative e digitalizzate.
I dipinti di Grasso sono opere di ingegneria, la sua appare come l'architettura dell'apocalisse. 
L'artista dipinge scene in cui il soggetto - struttura architettoniche decostruita - si staglia contro un cielo senza nuvole e, liberato dalle forze di gravità, vola da qualche parte, tra dissoluzione totale e  ricostruzione.
Ben Grasso vive e lavora a Brooklyn, NY. Ha conseguito un diploma di laurea in pittura presso l'Istituto d'Arte di Cleveland e un master in pittura all'Hunter College di New York. Ha recentemente esposto alla galleria Jermoe Zodo di Milano, alla galleria Thierry Goldberg Projects di New York  e al Kinkead Contemporary di Los Angeles, CA.

Visitando il suo sito potrete avere una panoramica completa del lavoro di Ben Grasso.






domenica 26 giugno 2011

La via di fuga di Miriam Di Domenico


Miriam Di Domenico vuole raccontare la sua vita attraverso le sue fotografie. Definisce i suoi scatti come "L'unico mezzo per farvi vedere ciò che vedo io". 

Ha iniziato da un anno questo diario visivo, ha scritto così le prime pagine di un romanzo pieno di passione che la vede protagonista. Oggi Miriam ha 17 anni, studia lingue e ci scrive che la fotografia l'aiuta anche a "trovare una via di fuga da una realtà che a volte risulta essere pesante": una via di fuga artistica, positiva, costruttiva. Come ci augureremmo che tutti gli adolescenti riuscissero a trovare. 
Certo è difficile, lo è sempre stato e oggi forse lo è ancora di più: Miriam l'ha già imboccata e la percorre con passo lieve e ironico sperimentando fotograficamente prospettive, luci e ombre. 
In bocca al lupo da tutti noi!


sabato 25 giugno 2011

Yasuhiko e Yusuke, ovvero l'arte di restare bambini




Paramodel è una "unità artistica" composta nel 2001 da Yasuhiko Hayashi e Yusuke Nakano.  Il naming deriva dalla combinazione delle parole Paradise e Model, e la fusione di questi due concetti costituisce essenzialmente il punto di partenza delle creazioni dei due giovani artisti, entrambi  diplomati Kyoto University of Arts: la loro realizzazione di esordio consisteva proprio in un improbabile Paradiso popolato da modellini e giocattoli. 
Il tema del gioco è presente anche nell'ultima divertente serie "Sushi trucks", in cui piccoli camion trasportano le colorate specialità giapponesi.Yasuhiko e Yusuke realizzano murales, installazioni e fotografie, tutti permeati dal loro singolare "spirito di Peter Pan".
















Paramodel e altri su: http://www.azito-art.com

venerdì 24 giugno 2011

Le donne sognanti di Ikenaga





Ikenaga Yasunari, sofisticato artista giapponese classe 1965, ritrae donne bellissime, le cui espressioni e posture suggeriscono atmosfere sognanti.
Si tratta di donne contemporanee, come si percepisce dall'abbigliamento, al cui tessuto Ikenaga dedica particolare attenzione (dipinge infatti anche splendide collezioni tessili), ma che trasmettono una sensazione di passato, di antico.
Ciò dipende dall'uso di colori spenti e un pò seppiati e dallo stile pittorico a cui l'autore si ispira: l'antico Nihonga, risalente periodo Meiji dell'Impero.
Si eseguiva su carta o seta, utilzzando inchiostri di provenienza cinese mischiati a colle animali, prevalentemente di pesce, stesi con pennelli di particolare raffinatezza. I colori avevano diverse origini: pigmenti minerali, conchiglie e coralli, pietre dure e preziose pestate finemente.
Oggi Ikenaga dipinge su un canvas di lino fitto e battuto, utilizzando penelli "menso" (letteralmente "piccoli dettagli", perchè questa è la loro funzione) e colori di composizione artigianale, ispirati a quella antica tecnica.






Altri dipinti di Ikenaga Yasunari su: http://www.japanese-finearts.com/customers/Ikenaga.html

giovedì 23 giugno 2011

Sayonara



Una breve storia di due improbabili amici che si dicono addio. Su una piccola, minuscola isola Charles ed la sua migliore amica, una tartaruga marina, trascorrono l'ultima giornata insieme prima di salutarsi ed affrontare ognuno il proprio destino.
Eric Bates ha realizzato "Sayonara" come tesi di laurea al termine dei suoi studi presso l'Università di Arte e Design di Kyoto. "La maggior parte dei concetti espressi nel video - racconta Eric Bates - si riferiscono in qualche modo alle mie esperienze, agli amici, al cibo, alle cose che ho visto e che ho sentito nella mia vita in Giappone, in particolare l'idea di dire addio agli amici più cari".
Per non intristirvi vi suggeriamo di continuare la visione oltre i titoli di coda.
Per approfondire le tecniche di lavorazione del video date un'occhiata anche al making of.
Sul sito di Eric Bates potete vedere, oltre ai suoi precedenti lavori, una versione sperimentale in 3D di Sayonara.



Sayonara from Eric Bates on Vimeo.



Making of Sayonara from Eric Bates on Vimeo.

mercoledì 22 giugno 2011

"Have a party with yourself!", date ascolto a Joana Sorino


Have a party with yourself!

Joana ci ha inviato una mail alcune sue fotografie scrivendo:
"Ho trovato il vostro blog per caso e mi è piaciuto moltissimo, perché promuovete giovani artisti!
Sono una giovane fotografa amatoriale di 16 anni, e ho pensato di potervi proporre dei miei lavori.
Allego qualche foto e rilascio il link della mia pagina".
Il link porta alla pagina Facebook di Joana Sorino (questo il link) e ci siamo stupiti della sua bravura oltre che della poesia che permea le sue fotografie. Joana è sicuramente un'artista, un'artista sedicenne che nelle informazioni che dà di sé scrive: 
"♥ Tutto quello che voglio è esprimere attraverso la fotografia quel circolo continuo chiamato essere che si annida in me. Mi piacerebbe collaborare per la realizzazione di copertine di libri e di CD. ♥"  
Due cuori a sottolineare tutta la passione della sua adolescenza, i suoi sogni e il suo programma.
Cosa rara a quell'età.  Joana ha infatti un programma preciso: vuole fare la fotografa perché è brava a farlo e ha voglia di farsi ascoltare, di mostrare i suoi lavori, di avere delle possibilità.
Anche in questo ha le idee chiare e ha aperto canali su Flickr, Deviantart, 500px ecc. Così si fa. Le possibilità bisogna crearsele, o almeno provarci, con convinzione e coraggio.





martedì 21 giugno 2011

Il coniglietto alieno è un grande ballerino



 Nel video postato oggi assistiamo al divertente inseguimento da parte di un gattino "reale" ad un personaggio di fantasia: Pinky, una specie di coniglietto alieno, dotato di uno straordinario talento per la danza.
Dietro questo filmato dal ritmo incalzante, accompagnato dalle note della celebre "Don't go" degli Yazoo - duo electro-pop britannico popolare negli anni '80 - c'è un complesso lavoro di animazione, character design e post produzione, ad opera del poliedrico team di "Anima Istanbul".
Lo studio turco, nato nel 95 ed inizialmente indirizzato alla produzione di stop motion e cartoni animati, è attualmente specializzato nella realizzazione di commercials, filmati e video musicali; dispone di studi di post produzione, editing, compositing e missaggio audio; vanta ottimi designer dedicati alla creazione di personaggi di fantasia e tecnici informatici di alto livello. La vocazione al cartone animato e ad un approccio allegro e variopinto sono comunque rimasti immutati, come  risulta evidente dagli spot realizzati per D-Smart e Banca Masrafsiz.



Don't Go from anima istanbul on Vimeo.


Is Bankasi Masrafsiz Kredi from anima istanbul on Vimeo.

lunedì 20 giugno 2011

Primorskiy, il nuovo parco zoologico di San Pietroburgo


Bruno Tanant e Jean Christophe Nani - designer paesaggisti dello studio TN PLUS - con Aldric Beckmann e N'Thépé Françoise - architetti dello studio Beckmann N'Thépé, hanno vinto il concorso internazionale per la realizzazione del nuovo parco zoologico di San Pietroburgo (Russia).
Fondato nel 1865 lo zoo di San Pietroburgo è il più antico parco zoologico della Russia ma è situato nel cuore del centro storico. La città ha quindi deciso di creare un nuovo insediamento, di oltre 300 ettari, alla periferia della città.

Il progetto vincitore, Primorskiy Park, rappresenta simbolicamente tutti i continenti, nel tentativo di ricreare l'illusione di un riunita Pangea all'interno del nuovo parco. L'arcipelago creato sarà fatta di isole che rappresentano Sud Est Asiatico, Africa, Australia, Sud America, Nord America e 'Eurasia, gli ultimi due collegati tra di loro dalla banchisa del Polo Artico.
Il luogo scelto si trova in una zona fluviale ricca di corsi acqua, ed è quindi particolarmente adatto per una tale organizzazione insulare dei vari ambienti.
Duramente criticati per un lungo periodo, i parchi zoologici sono oggi considerati i principali interlocutori per la conservazione delle biodiverstà. Anche se si tratta di una zona di svago ricreata artificialmente, Primorskiy Park è soprattutto uno strumento didattico che permette a tutti di comprendere meglio la nostra storia, ed anche un centro di ricerca volto a preservare la nostra Terra.









Qui una panoramica più approfondita del progetto.

domenica 19 giugno 2011

Amandine Ropars fotografa la ricerca del coraggio


"Il mio nome è Amandine Ropars e ho vent'anni 20. Ho incontrato la fotografia un po' per caso, volevo provare una cosa che non avevo mai fatto e, con mia sorpresa, me ne sono innamorato. Adoro Tim Burton, il mondo dei sogni e incubi, il surrealismo, universo burlesco e tutto quello che è in qualche modo strano e inquietante".

Giovane, giovanissimo.

Visitando il suo sito ci hanno incuriosito le fotografie delle sue donne eteree e svolazzanti, un po' streghe e un po' fate. 
O forse Amandine non fotografa le donne ma i loro pensieri. Pensieri di donne che se ne vorrebbero volare via, andarsene altrove, fuori di casa, oltre la finestra, senza domandarsi dove soffierà il vento. Fluttuano più che volare, lo sanno fare bene ma sono ad un palmo da terra e da lì se si cade subito, prima di arrivare troppo in alto, non ci si fa poi tanto male. Se ne stanno sospese: per volare davvero ci vuole spazio e non bisogna avere paura, sanno che la caduta potrebbe essere devastante, definitiva, estrema. Quindi continuano a fluttuare cercando il coraggio di volare via o quello, ben più grande, di rimettere i piedi per terra.

Questo il link al sito di Amandine Ropars



sabato 18 giugno 2011

L'Hyperphoto di Jean Francois Rauzier


Fotografo e artista digitale francese Jean Francois Rauzier crea fantastiche immagini di enormi dimensioni che, grazie alla incredibile definizione delle "parti" che le compongono, rivelano dettagli di precisione lenticolare, che lo spettatore può indagare   attraverso la navigazione sul sito.
Definita "Hyperphoto", termine coniato dallo stesso Rauzier, ogni immagine è composta da centinaia se non migliaia di singole fotografie, scattate generalmente da un unico punto di vista utilizzando un teleobiettivo. Successivamente gli scatti vengono composti "ricucendoli" in un'unica coerente visione di insieme, che ingrandita svela con precisione un universo di situazioni, personaggi ed ambienti.
Un lavoro di ricomposizione certosina, che può catturare la realtà di un paesaggio metropolitano  o più  spesso rappresentare mondi surreali, costituiti da elementi che sembrano ripetersi all'infinito, come in un sogno.

Rauzier, incantato dalla fotografia da sempre, ha intuito con largo anticipo le potenzialità della tecnica digitale, sperimentandone ogni aspetto per poi applicarlo al proprio personalissimo concetto dell'Hyperphoto, che lui sostiene essere un processo molto diverso, se non addirittura opposto a quello della normale fotografia.
 "Parto da un'emozione, ma non posso davvero vedere come sarà l'immagine finale. E' esattamente il contrario della fotografia. Come fotografo classico, guardo nel mio mirino, scatto e ho la mia foto. Nel caso della tecnologia Hyperphoto nel mirino posso solo vedere i dettagli, è sempre un'avventura alla scoperta di un mondo parallelo.

Per avere un'idea del lavoro meticoloso di Rauzier provate a cliccare qui, vedrete una Parigi inedita (compresi i suoi abitanti!)
Qui invece potete consultare ed "immergervi" nel suo portfolio.