domenica 30 ottobre 2011

La musica, il mistero e la danza nelle donne "ideogramma" di Hyena


La fotografia è il suo strumento. La contaminazione pittorica, i graffi, gli alfabeti sono le sue note: le donne di Hyena si muovono sulla tela, danzano, sfuggono, ritornano.
Il sapiente uso di positivi e negativi esalta forme e volumi: è sintesi della femminilità che si manifesta con pudore attraverso gesti e dettagli fissati su tele che ricordano le pagine di antichi codici.


 Le sue opere sono "segni" dove il segno è un sistema - un segnale - che lascia al referente l'individuazione del contenuto: le sue donne non sono riconoscibili, sono affascinanti come un enigma. Hyena crea ideogrammi offrendone a ciascuno di noi la possibilità di interpretazione per arrivare a decifrarne il contenuto. Ideogrammi che, proprio come il pinyin, trascrivono suoni ed emozioni permettendo la comunicazione anche tra popolazioni di lingua diversa.


Hyena nasce il 24 dicembre 1965 a Novellara.
Fotografo autodidatta lavora come free-lance nei settori del reportage e dello spettacolo (Luciano Ligabue, Piero Pelù). Le sue fotografie sono state pubblicate su riviste nazionali come Corriere della Sera, Max, Trends, Fotopratica, Must. Dopo il successo riscosso in Europa con le sue produzioni artistiche ora si sta affacciando verso gli Stati Uniti e l'Asia.

Vi invitiamo a visitare il suo sito a questo link dove troverete le sue opere e i cataloghi delle sue mostre in formato pdf. Ci hanno particolarmente emozionato i suoi paesaggi (questo link) che si trasformano in uno straordinario segno calligrafico.

giovedì 27 ottobre 2011

This Isreal: This is real Irsael



In un video di soli quattro minuti Matthew Brown cattura l'anima complessa di Israele, la sua energia e le sue contraddizioni.  
Le intense immagini dei giovani chassidici raccolti in preghiera al muro del pianto e dei passanti in silenzio per la commemorazione della Shoha, accompagnata dal suono della sirena, si contrappongono a riprese di grande dinamismo e allegria, ai volti sorridenti dei bambini, a scene di danza e festeggiamenti.
Un paese piccolissimo dove convivono deserti di suggestiva bellezza e skylines urbani di assoluta modernità, etnie diverse, tradizioni radicate e università all'avanguardia viene ritratto nella sua essenza, distillato da un montaggio estremamente efficace,
in un'alternanza di slow-time e accellerazioni in cui ogni fotogramma è di altissima qualità cromatica, luminosa ed espressiva.
Nel titolo l'autore gioca con le parole "This is real" (ciò è vero) e Israel, ma comunque lo voglia dire ciò che rappresenta è "profondamente Israel".












This Isreal from Matthew Brown on Vimeo.

martedì 25 ottobre 2011

"Day Into Night" di Stephen Wilkes


Stephen Wilkes racconta il  trascorrere del tempo all'interno di una singola fotografia: il suo progetto si intitola "Day Into Night".
Wilkes fatto la prima immagine della serie nel 2009, quando era in missione per il New York Magazine nel centro di Manhattan. Il lavoro consisteva nel fotografare il parco pubblico High Line. Per ottenere una visione epica della High Line, Stephen ha scattato da 50 metri da terra, appollaiato su un braccio elevatore, con una fotocamera da 5 x 4, con un dorso digitale da 39-megapixel.


Wilkes ha ruotato la sua macchina fotografica manualmente, utilizzando un treppiede, per riprendere un campo molto ampio: durante la giornata ha scattato centinaia di foto. Ha mantenuto un costante f-stop, ma ha variato la velocità dell'otturatore per regolare l'esposizione. Periodicamente lui e il suo assistente, che era con lui sul braccio elevatore, hanno caricato le immagini su un computer portatile per creare composizioni grezze e per assicurarsi che tutto stesse procedendo nel verso giusto.


I panorami finali del progetto "Day Into Night" sono ricavati utilizzando tra le 30 e le 50 immagini, perfettamente miscelate in Photoshop, che trasmettono un graduale passaggio dal giorno alla notte.

"La cosa che preferisco come artista è quella di creare una stampa che dia allo spettatore un'esperienza viscerale" dice Wilkes. Lui oggi non ruota più la sua macchina fotografica ma stabilisce invece una prospettiva fissa e non muove la fotocamera per 10 o 15 ore. Resta focalizzato su una scena e ne afferra momenti molto specifici. Anche il braccio elevatore resta immobile. "In media scatto 1.000 immagini e di queste ne seleziono un gruppo molto particolare, rappresentazioni di momenti unici durante tutte le ore del giorno e della notte. Ho il posto migliore, davvero" dice "nessuno sa che sono lassù e che sto guardando in giù, verso di loro. Sono diventato il voyeur finale".

Potete visitare il sito di Stephen Wilkes a questo link.

domenica 23 ottobre 2011

Gli Angeli metafisici di Emmanuel Santos


"Gli angeli parlano. Appaiono e riappaiono. Si sentono attraverso l'emozione. Mentre gli angeli possono diventare visibili per scelta, i nostri occhi non sono capaci di vederli normalmente più di quanto possiamo vedere le dimensioni di un campo nucleare, la struttura degli atomi o l'elettricità che lo attraversa."



Scenari urbani ma anche rovine, chiese, palazzi. Gli Angeli di Emmanuel Santos rappresentano le nostre aspirazioni e la loro fallibilità:  in questi scatti i chiaroscuri drammatici enfatizzano quanto questi angeli fatichino a volare. Emmanuel usa la fotografia come pittura, come strumento in grado di cogliere non solo un'immagine ma di rappresentarne anche l'aspetto trascendente.

Emmanuel è nato nelle Filippine nel 1957 e si racconta così: "La fotografia è la mia canzone, una ballata monocromatica di espressioni che vanno dalla nascita alla morte".

La serie "The Passing of Light", a cui le immagini che vi proponiamo appartengono, è stata esposta a Milano al "Milan Image Art Fair" 2011 a cura di Primo Marella Gallery.

Questo il link al sito di Emmanuel Santos.


giovedì 20 ottobre 2011

Laurent Laveder è innamorato della luna

Visitando questo sito si entra un tempio: la luna si trasforma da satellite in divinità. 
Tutto qui parla di lei, ogni immagine la vede protagonista.
Il sacerdote è Laurent Laveder: fotografo e appassionato di astronomia, Internet, informatica, cucina e bricolage.

Noi abbiamo pensato di proporvi le foto dove la luna è compagna dei suoi giochi, i suoi scatti ci hanno divertito, richiamandoci alla mente alcune opere di Magritte. Ma sul sito che Laurent dedica alla Signora della notte troverete davvero di tutto: fotografie del mitico "raggio verde", eclissi, pleniluni, albe e tramonti…


Vi è anche una sezione multimedia (questo il link) dove vi sono fotografie in full HD e tour guidati che vi aiutano a scoprirne i dettagli.

Le pagine dedicate alle immagini raccolte nelle diverse gallerie offrono spesso animazioni in formato GIF e Flash ottenute attraverso micro timelapse; ad esempio la fotografia intitolata "The Full Moon appears" nella galleria "Moonrise" - che proponiamo di seguito - è descritta così:
"12 minuti dopo il raggio verde, mentre il sole tramonta, la Luna sorge. Installato in cima alla collinetta Pointe de la Torche, il mio orizzonte è molto ampio.
Quando emerge da dietro l'orizzonte (appena sopra quello che sembra essere un porcile!), si vede appena. Ma l'aspettavo, così l'ho vista subito. Poi a poco a poco, è aumentata, sempre più rotonda, più nitida, più brillante e più bianca
".

Davvero parole da innamorato...




Laurent Laveder poi elenca i tempi e l'attrezzatura, i diaframmi, l'esposizione relativi allo scatto e ci regala anche la gif animata che trovate qui sopra.


Laurent ha pubblicato un gradevolissimo volume intitolato "Quartier libre" che potete trovare a questo link e del quale sotto vi presentiamo un'anteprima.

mercoledì 19 ottobre 2011

Se avete paura di morire non leggete questo post


D'accordo, d'accordo... avrei potuto intitolare questo post in molti altri modi ma ho cercato l'effetto thriller facendo allo stesso tempo una piccola scommessa: credo che qualcuno lo leggerà comunque. I più giovani probabilmente lo apriranno con disinvoltura, sono quelli che hanno meno paura e non tanto perché, sotto sotto, si credono immortali - questa convinzione permane negli anni - ma perché della morte non hanno esperienza.

Comunque il pericolo è reale: in questo post Bobby Neel Adams ci prende a pugni senza nessuna pietà. Destro, sinistro e poi ancora un montante… fino a che gli occhi, invece di chiudersi gonfi e tumefatti, si aprono.
Ed è a questo punto che vediamo chiaramente una delle realtà più difficili da accettare, quella che porta con sé il seme di un traguardo, di una fine.

La maggior parte dei lavori fotografici di Bobby Neel Adams riguarda le trasformazioni che il corpo umano subisce in relazione all'età e alle diverse situazioni. Qui vi proponiamo due progetti: AgeMaps e FamilyTree. Bobby ha definito la sua tecnica alla fine degli anni '80 usando il fotomontaggio come una sorta di chirurgia fotografica per mezzo della quale altera le fotografie attraverso l'asportazione manuale e il collage fino ad ottenere, talvolta, la deturpazione del soggetto.

Consideriamo AgeMap: le immagini sono ottenute utilizzando fotografie del medesimo soggetto in età differenti, lo strappo è la linea di confine. Certo solo chi possiede una spiritualità veramente solida potrebbe essere indotto a ricercare questi risultati utilizzando fotografie che ritraggono se stesso a distanza di decenni.  Sarebbe un po' come guardarsi in uno specchio e rivolgersi il saluto dei frati trappisti: "Memento mori". Le immagini di apertura e quelle qui sotto fanno parte di questo progetto.


FamilyTree invece raccoglie le immagini risultanti dal montaggio di fotografie dei membri di una famiglia uniti da legami di parentela molto prossimi: madre e figlia, nonno e nipote ecc. Queste immagini visualizzano il DNA, rendendo tangibile il filo che collega il passato con il presente, trasmettono un sensazione di continuità, un'illusione di immortalità. Per chi condivide questa interpretazione - io non sono tra questi - forse sollevano un angolo svelando un po' del "Senso della Vita". Qui di seguito alcune delle immagini tratte da questo progetto.


Vi invitiamo naturalmente a esplorare tutto il sito di Bobby Neel Adams e poniamo anche un particolare accento sui progetti "Couples" e "Broken Wings".

A questo punto chiudo il post non mancando di ringraziare Bobby: in fondo è avere sempre ben presente l'idea della morte che conferisce un senso alla vita e ce ne fa apprezzare appieno la bellezza. Carpe diem!

lunedì 17 ottobre 2011

Umberto Verdoliva: l'anima in uno specchietto retrovisore





Lo specchio imprigiona l'anima di chi vi si riflette, ammesso che questi ne abbia una.
Umberto Verdoliva ne ha catturate molte ma poi le ha lasciate subito andare, trattenute giusto il tempo di un battito di ciglia, di uno scatto. Loro non se ne sono neanche accorte, forse non hanno nemmeno sentito quel tocco lieve che a volte percepiamo camminando per strada, quella sensazione che ci fa volgere lo sguardo intorno come se qualcuno ci avesse chiamato.



Non è questo il luogo adeguato per analizzare le varie declinazioni che l'anima e lo specchio hanno assunto nella mitologia, nella letteratura, nell'arte. Per questo vi rimandiamo a wikipedia che offre una interessante panoramica sull'argomento.
Ma questo è il luogo per presentarvi Umberto Verdoliva e il suo progetto "Real view mirror - Il retrovisore". Umberto svolge ricerche e sviluppa progetti di Street photography ed è bravissimo. Non lo diciamo solo noi, basta dare un'occhiata sul suo sito (questo il link) al lungo elenco di premi che ha collezionato, ma se prima di arrivarci avrete esplorato sezioni come "Parallel realities", "Geometry and..." avrete già capito che stiamo parlando di un fuoriclasse.



Nella sua home page ci presenta il suo ultimo progetto "Rear view mirror - Il retrovisore" e lo fa con queste parole:
"A volte ti senti al riparo da tutto quello che c'è intorno a te e proprio in quel momento gli occhi fissano lontano, come per seguire strade diverse fatte di sogni, preoccupazioni, impegni,,, c'è un attimo dove avviene tutto questo...
Entro in macchina, allaccio la cintura e avvio il motore, è stata una giornata dura, ma fortunatamente è finita.
La musica dell'autoradio mi fa compagnia, faccio la solita strada per tornare a casa ogni giorno, è sempre trafficata e piena di semafori. La mia mente corre veloce, i programmi per il weekend, appuntamenti da rispettare, la telefonata da fare, nel frattempo un ricordo viene a galla e chissà perché ora.
Mi fermo, è rosso, mi guardo intorno, la città si muove con frenesia, non sono il solo ad avere fretta, alzo lo sguardo verso il retrovisore, vedo un volto.
Lo guardo attentamente, ha gli occhi persi nel vuoto, forse sta rivedendo la sua vita, forse sta programmando qualcosa da fare... le mani coprono il viso, inconsapevolmente fa dei gesti non controllabili... il semaforo è il nostro piccolo momento di pausa, il corpo si ferma e solo la mente va veloce senza trovare ostacoli, libera, il retrovisore mi mostra questo, apre una finestra su una finestra dove si intravede un'anima, il retrovisore mi unisce ad uno sconosciuto, il retrovisore mi mostra quello che sono ora io in un breve attimo, mi piace aver pensato di aver colto un pensiero.
E' verde, si riparte...
".

Abbiamo chiesto ad Umberto Verdoliva se avesse scritto altro ispirato dai suoi scatti. Ci ha risposto così:
"Non ho scritto altro, solo quelle poche righe di getto, per descrivere cosa mi ha spinto a sviluppare questo tema ancora in corso tra l'altro.
E' difficile trovare le situazioni, la luce e il modo per fotografare...il momento giusto. Ma il mio desiderio è che le immagini, quei volti raccontino la nostra vita semplice, oggi fatta soprattutto da incertezze, confusione, poca speranza...spero di riuscirci
".

Grazie Umberto, fino ad ora ci sei riuscito perfettamente e noi attendiamo i nuovi sviluppi.

Di seguito vi proponiamo un Motion frutto della collaborazione tra Umberto Verdoliva e Nubim Soyoung Kim, artista e compositrice di musica contemporanea: la traccia musicale è un remake di Libertango di Asto Piazzolla.



Potrete trovare Umberto anche su Flickr a questo link.

venerdì 14 ottobre 2011

Il sogno eretico di Gianluca Bufardeci



Parliamo oggi di Audiovisivi oppure, se preferite, Diaporama. Noi preferiamo il termine Motion, che ci sembra più adatto a definire questo tipo di espressione artistica alla luce delle tecnologie digitali utilizzate oggi per la loro realizzazione: approfondiremo in prossimi post questo argomento.

Ora vi presentiamo Gianluca Bufardeci e la sua nuova produzione “Il sogno eretico”. Attraverso la visione di questo Motion vi apparirà evidente la mole di lavoro che è stata necessaria per la  realizzazione, la perizia con cui è stato messo a punto ogni singolo dettaglio, la passione che ha guidato l'autore. Conosciamo da tempo Gianluca Bufardeci e il percorso di studio e di approfondimento che ha intrapreso e continua ad intraprendere per crescere e migliorarsi: “Il sogno eretico” ne è una riuscitissima sintesi.




Due sono i personaggi che Gianluca ha trattato: Giordano Bruno e Galileo Galilei, due eretici, due voci che si sono levate a trentatre anni di distanza l'una dall'altra. Il secondo abiurò ed ebbe così salva la vita, il primo non lo fece e fu arso sul rogo. Le sue parole ancor oggi sono di sconcertante attualità: “Che ingenuità ho commesso: chiedere a chi ha il potere di riformare il potere”.

Riportiamo di seguito il Motion "Il sogno eretico" seguito da un’intervista con l’autore e vi consigliamo di visitare il suo sito ricco di consigli, tutorial, guide e molto altro. 



Come e perché hai deciso di cimentarti nella realizzazione di Motion?
A differenza di molti fotografi che dalla fotografia passano al video il mio percorso è stato inverso, sono passato dal video alla fotografia: precedentemente ho realizzato un paio di cortometraggi ma credo che sia il linguaggio che caratterizza i Motion quello che più si addice alle mie caratteristiche narrative.

Da dove nasce l'idea di realizzare il Motion "Il sogno eretico"? 
Mi è spesso capitato di vedere Motion inerenti al temi della spiritualità e della religione. Ho deciso di raccontarne il “lato oscuro” secondo una mia interpretazione, cercando di utilizzare un linguaggio “ironico a denti stretti” che racconti la storia dei vinti: le musiche di Caparezza sono state perfette come punto di partenza.

Quali sono gli step che segui per la realizzazione di un Motion?
Parto da una ricerca storica attraverso libri, web e documentari per approfondire la biografia dei vari personaggi di cui intendo trattare, per evitare errori concettuali e storici. Questo si dimostra fondamentale anche per aiutare gli attori a comprendere il personaggio, per fare in modo che gli scatti fotografici risultino coerenti. In seguito stendo una sceneggiatura audio, attingo a contenuti sonori che ho selezionato durante la fase di ricerca e che si possono prestare per il progetto: saranno questi, successivamente, a guidare lo spettatore durante la visione.

Una volta realizzata la parte audio, su quella base, stendo una sceneggiatura fotografica dei vari personaggi e ne studio i costumi; successivamente redigo un ordine di tipologia di scatto - in funzione alle inquadrature - che mi aiuterà durante la sessione fotografica in studio ad ottimizzare il posizionamento delle luci.

Le ultime due fasi sono quelle di assemblaggio dell’audio con le immagini scelte applicando la tecnica della dissolvenza incrociata e sincronizzata, ed infine affronto uno dei processi più lunghi: la post-produzione delle immagini e gli interventi grafici. Questo passaggio si è rivelato particolarmente laborioso nel caso de "Il sogno eretico".


Decidi a priori il tempo della narrazione, cioè la durata del Motion ?
I Motion hanno una caratteristica fondamentale, devono essere brevi, durare al massimo 10 minuti che è anche il tempo massimale previsto dai concorsi, altrimenti diventano noiosi. Il sogno eretico dura 6 minuti e 6 secondi.

Quanti scatti hai utilizzato nel montaggio? In quale risoluzione scatti e con quale attrezzatura? Ho utilizzato 103 scatti. La mia attrezzatura consiste in una fotocamera Canon 7D con ottiche 18m-135m / 50m / 70m-300m, 4 monotorce flash Dynasun 600w, vari softbox e altre attrezzature. Scatto nel formato Mraw (10 megapixel).

Quali software utilizzi?
Per quanto riguarda la post-produzione utilizzo Adobe Photoshop mentre per il montaggio audio/video utilizzo un software dedicato che si chiama M.Objects dall’interfaccia non bellissima ma davvero molto divertente ed efficace. Contempla delle funzioni che neanche altri software di montaggio video più blasonati hanno come, ad esempio, il caricatore. Questo permette in pochissimo tempo di sostituire le immagini di prova - che si usano, ad esempio, per temporizzare la sincronizzazione - con quelle definitive.

Quale Hardware? 
iMac 27 pollici con 8 gb di ram e 512mb di scheda grafica e con il virtualizzatore Fusion che mi permette di far girare Windows su Mac dal momento che, purtroppo, il software M.Objects gira solo su Windows.

In che risoluzione inserisci le fotografie nella timeline? 
La risoluzione delle fotografie in timelime è di 1920x1280 in formato 3:2, il “vecchio” 35mm, e poi in base al tipo di videoproiettore esporto il file .exe nelle varie risoluzioni inferiori.

I tuoi lavori sono in HD?
Partono dal Full hd fino ad arrivare al filmato in bassa risoluzione per il web.

Quanto tempo hai impiegato per la realizzazione de “Il sogno eretico”?
Il divertimento è durato 4 mesi.

Su quali canali hai deciso di distribuirlo? A quali concorsi prevedi di partecipare ?
Il primo canale di distribuzione è la rete, quindi il mio blog www.fotosservando.it, i vari social network e youtube. Una delle cose più importanti per chi si cimenta nella realizzazione di Motion, è partecipare al Seminario DIAF (Dipartimento Audiovisivi Fotografici) che si tiene una volta all’anno a Garda o Salso Maggiore all’inizio di autunno. Quest’anno sarà a Salso Maggiore il 4-5-6 Novembre 2011. E’ un’occasione per presentare i propri lavori ascoltando successivamente i commenti della platea costituita soprattutto da persone molto competenti, con molti anni di esperienza. Gli autori possono così verificare la validità del loro lavoro e come, eventualmente, questo può essere migliorato. Ovviamente quest’anno parteciperò per il secondo anno consecutivo, presentando “Il sogno eretico”; nella primavera dell’anno prossimo lo iscriverò al circuito DIAF che prevede quasi una ventina di tappe in tutto il territorio nazionale.

Chi ti ha aiutato nella realizzazione?
Principalmente i due attori. Fabio Forti nei panni di Giordano Bruno è stato bravissimo, c’è stato subito feeling e la sessione fotografica con lui - durata dalle 9,30 del mattino fino alle 19 del giorno stesso – è stata intensa ed emozionante; poi Michele Ghigo - Presidente Onorario della FIAF Federazione Italiana Associazioni Fotografiche - che senza esitazione ha indossato i panni di Galileo e si è messo senza indugi dalla parte opposta dell’obiettivo per aiutare uno sconosciuto quale io sono. Anche alcuni amici del fotoclub mi hanno dato una mano, uno tra tutti Andrea Delfrate che mi ha fatto da assistente.

Come vedi gli sviluppi futuri e la diffusione di questo nuovo media di comunicazione?
Penso che con la diffusione delle tecnologie digitali questo tipo di linguaggio fotografico sarà sempre più diffuso, però spetterà alle prossime generazioni - quelle definite “nativi digitali” - trovare la chiave giusta per raccontare una storia. Purtroppo molte persone si sono fermate all’audiovisivo fatto di belle foto con una buona colonna sonora ma con poca drammaturgia. Ho davvero molta fiducia nelle nuove generazioni, lasciamogli spazio.

Stai già pensando ad una prossima produzione? Puoi anticiparci qualche cosa?
Sto lavorando ad un nuovo progetto a 6 mani, parlerà della mia città, Vigevano raccontata dal futuro. Non vi dico altro...

Dicendo questo Gianluca sorride e i suoi occhi si illuminano pensando alla nuova avventura che lo attende.

martedì 11 ottobre 2011

Hänsel e Gretel, Pollicino e Jakob Wagner


Si sa, i bambini nei boschi si perdono, incontrano orchi e streghe e poi riescono a ritornare rocambolescamente a casa lasciandosi dietro una scia di sangue. Nei boschi abitano lupi famelici, i serial killer abbandonano le loro vittime, Spaventose Creature non meglio identificate seminano il terrore.
Il bosco ci fa paura, specialmente la notte e quando c'è la nebbia. Con il sole spuntano gnomi canterini, coniglietti, fiori e scoiattoli, ma questa è un'altra storia.

Quella che ci racconta Jakob Wagner, si intitola Vertical Wood: si tratta di una serie di fotografie scattate di giorno in una serie di boschi diversi e qui vi regna l'inquietudine.
E' proprio la luce che sfuma e moltiplica il contorno degli alberi a rendere il bosco ancora più fitto fino a farlo vibrare, che lo riempie di rumori e scricchiolii.

Jakob Wagner è nato 1985 in Germania. Vive a Duesseldorf, dove principalmente svolge l'attività di freelance e assistente ma, quando non lavora per altri fotografi, si dedica con passione a sviluppare progetti propri. Vi invitiamo a visitare il suo sito a questo link dove potrete trovare altri interessantissimi lavori.



lunedì 10 ottobre 2011

Looking Into the Past: il ritorno al futuro su Flickr


Abbiamo già parlato in un post precedente del fascino che vecchie fotografie riescono ad esercitare su alcuni artisti e fotografi. A volte accade che, capitando nelle mani giuste, queste immagini si trasformino in una sorta di macchina del tempo. Su Flickr è nato una gruppo che si chiama Looking into the past che conta ad oggi 4.006 membri, ed è interessante vedere come "lo sguardo nel passato" viene interpretato dai diversi autori.
Nella fotografia sopra l'autore, Hajime Ishikawa, incontra se stesso bambino sulla soglia di casa a Kyoto.

Ron Ciervo, ricostruisce minuziosamente il punto di ripresa, nelle sue immagini passato e presente si fondono alla perfezione: nella foto sopra vediamo l'Allen Hotel di Tampa in una elaborazione ottenuta utilizzando due riprese, una del 1921 e una del 2011.


Jason Powell nella foto sopra commemora la tragedia dell'11 settembre a New York, mentre Richard Friend nella foto sotto "My mom" incontra sua madre, nel 1964, davanti al numero civico 5120 della Settima strada a New York.



domenica 9 ottobre 2011

In Tokyo Slo-Mo tutte le tecniche per rappresentare il dinamismo collettivo



Con Tokyo Slo-Mo l'artista Alex Lee rende omaggio alla sua città natale; il video ne riporta frammenti di cultura e stili di vita  attraverso un montaggio molto accurato, che trasmette perfettamente la frenesia della capitale giapponese nonostante molte riprese siano rallentate.
Le tecniche utilizzate sono molte, un mix di slow motion, stop motion, time-lapse e tilt-Shift.
Lee ama definirsi  "solo un bambino, in città con una macchina fotografica", ma il movimento lento e ritmato, i tagli rapidi e i filtri pesanti rivelano mestiere, e una energia fresca e vibrante. Tutto è metodicamente pianificato: i tagli sono al momento giusto, ogni dettaglio è rappresentato con amorevole cura e gli effetti di post-produzione sono applicati con equilibrio, in un misurato gioco di colore e contrasto.
Anche la scelta musicale: (And the World Laughs With You - Thom Yorke) con il suo stile vagamente psichedelico, è perfetta per accompagnare il ritmo incalzante della vita della capitale.

La tecnica Tilt-Shift, che Lee abbina ad altre più note, è di natura fotografica ed è generalmente utilizzata per trasformare persone e cose ritratte in miniature; ad una prima occhiata questi soggetti sembrano far parte di una specie di diorama o modellino.

Ciò è possibile utilizzando obiettivi dedicati (Tilt and Shift appunto), che sono in grado di effettuare movimenti che spostano dei gruppi ottici e modificano il piano di fuoco, in modo che non sia più parallelo al sensore. Li si utilizza perloppiù per mettere a fuoco elementi che giacciono su piani diversi, ma l'uso che ne fa Lee è finalizzato ad  un effetto radicalmente diverso e dinamico: l'osservazione ravvicinata del formicolio collettivo.




TOKYO SLO-MODE from alex lee on Vimeo.

venerdì 7 ottobre 2011

Quando il ritratto diventa thriller: Tom Hoops


Qualcuno ha definito Tom Hoops il Quentin Tarantino del ritratto. Quello che è certo è che le sue fotografie intrigano, inquietano. Si naviga attraverso il suo sito incontrando volti avvolti in un pesante e magnetico bianco e nero, volti straordinari, ritratti che non si dimenticano.

Le storie che leggiamo negli sguardi, nelle pieghe del volto e negli atteggiamenti non sono certo favole ma piuttosto gialli e noir intrisi a volte di follia. Storie pesanti catturate come in un reportage che connotano il lavoro di Tom attraverso con uno stile unico e immediatamente riconoscibile anche nei suoi lavori commerciali.
Un grande talento, indubbiamente un vero mostro nascosto dietro l'obiettivo.
Questo il link al suo sito.



mercoledì 5 ottobre 2011

Danilo Maraschi scrive con la fotografia


Abbiamo "incontrato" Danilo Maraschi attraverso la nostra pagina Facebook. Ha cliccato su un "Mi piace" così siamo andati a trovarlo, digitalmente parlando. E' stata una visita piena di scoperte: Danilo ha un sito (questo il link) dove scrive attraverso fotografie, i suoi bianchi e neri raccontano storie di strada. Meglio, Danilo Maraschi ferma momenti di storie e ci costringe ad immaginarne il seguito, a chiederci dove mai starà andando quel bambino sul monopattino, un bambino sicuramente amato perché la mamma gli ha insegnato a mettere il casco. E' lì sospeso al centro dell'inquadratura ma sta correndo via e le linee del marciapiede e della strada sottolineano la gamba sollevata che spinge e spinge e spinge... E altre storie ancora, da osservare per trovare in ciascuna il proprio racconto.
E poi abbiamo visitato il suo blog (questo il link) e allora abbiamo capito. Danilo scrive davvero e scrive racconti brevi, presenta con queste parole il suo progetto 30 - Maalox generation:

“30” è la cronistoria di un mese, l’ultimo, di uno stabilimento in chiusura. Uno stabilimento che produceva migliaia di lavatrici al giorno su catena di montaggio, abitato da oltre cinquecento dipendenti.
Trenta sono i racconti, uno per ogni giorno, uno per ogni anima. Trenta sono le fotografie narrate di trenta personaggi diversi, buoni o cattivi che siano, che giorno dopo giorno si susseguono a volte sfiorandosi altre intrecciandosi per confluire tutte nell’ultima ora di lavoro.
I racconti hanno un tempo di lettura pari a quello necessario per l’assunzione di una pastiglia di Maalox, di cui, in una confezione se ne contano proprio trenta.
“30” è uno sfogo, un pianto, un urlo…

Noi vi abbiamo trovato i primi sei giorni, speriamo che Danilo continui a raccontare e, se lo farà, noi certamente continueremo a leggere le sue immagini e le sue parole.



martedì 4 ottobre 2011

Per il brand del tennis riecco Tron



Tron, l'eroe cibernetico protagonista del film del 1982 e del celebre sequel Tron Legacy del 2010, entrambe di Dysney, continua ad ispirare creativi ed animatori, probabilmente per la sua capacità di creare un universo di immagini e suoni il cui senso e la cui potenza comunicativa vanno ben oltre alla storia raccontata.
M.I.E. studio londinese di animazione specializzato in commercials, ha realizzato per la linea Head, del planetario brand del tennis Head, un personaggio che per certi aspetti ricorda il vecchio androide, reinterpretato con dettagli, giochi di luce e tecnologie più aggiornate.
Le traiettorie luminose della racchetta. gli effetti dinamici del giocatore (che hanno richiesto una serie di studi preparatori da vecchia scuola d'arte, con illustrazioni su posture e movimenti) e il ritmo scandito dalla musica, espressamente composta dallo studio Meanred hanno contribuito al consenso ottenuto dallo spot alla recentissima presentazione in anteprima al Fashion Show di Shangai.
Modelling: Qiying Ma - Rigging: Rafael Jimenez - Animation: Rafael Jimenez, Robert Findlay, Beata Krisztina Ujj, Tom Geraedts, Sarah Beeby - Additional Animation: Mathew Gibson - Compositing: Tom Geraedts - Additional Compositing: Sarah Beeby, Yuki Kijima - Project Managing: Eduarda Lima - VFX consultant: David Lewandowski - Music: Meanred







domenica 2 ottobre 2011

Fotografia impressionista: Eva Polak cattura stati d’animo


Per nostra fortuna ad Eva Polak piace scrivere. Eva è una fotografa impressionista. Così lei stessa scrive sul suo sito (questo il link): “... quel pomeriggio ho deciso di dimenticare tutti i concetti e le regole della fotografia tradizionale e mi sono concessa il permesso di sperimentare. E’ stata l'esperienza più liberatoria della mia vita. Improvvisamente non ci sono regole da rispettare, nessun errore, nessun fallimento, solo nuove possibilità e nuove scoperte. 
Con questa libertà di espressione appena conquistata, ho provato piacere nello scattare fotografie più di quanto non l’avessi mai provato prima e arrivata a casa ero entusiasta delle scoperte che avevo fatto. Quella sera davanti al computer, mentre stavo rivedendo le mie foto, ho capito che non solo avevo scoperto nuovi modi di fare fotografie ma anche, per la prima volta, ero stata in grado di esprimermi attraverso la fotografia. Questo è stato. Questo era quello che volevo fare”.

Vi proponiamo di seguito un suo articolo (naturalmente sono sue anche le foto di questo post) pubblicato sull’interessantissima rivista elettronica in lingua inglese “PhotographyBB Online” distribuita gratuitamente in formato pdf (questo il link al loro sito). Ve ne consigliano vivamente il download e la lettura!


Come catturare uno stato d’animo componendo colore e luce

Fotografie che evocano uno stato d'animo, come il dramma, il mistero, la felicità, la suspense o la serenità, di solito attirano la nostra attenzione. Questo perché uno stato d'animo è difficile da definire e ricreare. Non si può toccare con una mano, non forma e quando lo ritroviamo in una fotografia questa inevitabilmente ci affascina. Lo stato d'animo è uno stato della mente, una risposta emotiva alle cose che vedi, senti o a un’esperienza vissuta. Se si vuole catturare questa atmosfera, lasciatevi guidare dalle vostre emozioni: solo così potrete essere in grado di rendere attraverso l’obiettivo le immagini che riflettono le vostre sensazioni in quel momento.

Come ogni stagione, l'autunno ha un aspetto e un’atmosfera caratteristici. E’ un momento di raccolta, cambiamento e preparazione all’inverno. Le foglie cadono lentamente e cambiano il loro colore assumendo sfumature dal giallo all’oro. La luce del solo splende attraverso la nebbia del mattino.

Questo è davvero il momento giusto per imparare a catturare uno stato d'animo e sperimentare come aggiungere atmosfera alle immagini.

La maggior parte dei fotografi principianti tende inconsciamente a scattare catturando un'atmosfera tranquilla: per questa ragione dobbiamo concentrarci per raggiungere coscientemente e pienamente gli effetti che stiamo cercando.

Come abbiamo detto prima, uno stato d’animo è il sapore emozionale di un’immagine che evoca sentimenti. Ogni elemento di un’immagine, tra cui il colore, il tono, l’angolo di ripresa, e la composizione, aggiunge pennellate all'atmosfera e alla sensazione che percepiamo quando guardiamo una fotografia. La composizione incanala la nostra attenzione nel cuore della fotografia, un’abile uso del colore e un angolo di ripresa adeguato possono suscitare interesse, la luce può essere usata per drammatizzare l’insieme: la sfida è quella di utilizzare questi elementi in modo appropriato.



Nella fotografia, la luce è necessaria per definire un soggetto. La qualità della luce ha un immenso potere emozionale. La luce ha il potere di far sembrare le cose calde o fredde, dure o morbide, piatte o tridimensionali. Per esempio, l'uso di luce dura può creare immagini drammatiche, piene di impatto e di vita; una luce morbida può generare immagini piene di mistero e di immaginazione, di atmosfera e sentimento.

La composizione deve essere sempre programmata per sottolineare un tema. La maggior parte delle immagini devono suscitare un impatto nell'ambito di pochi secondi, quindi bisogna sfruttare al meglio l'ambiente e raccontare una storia con gli elementi che vi sono compresi. Si può far riferimento alle regole del design e comporre secondo la forma delle lettere C, S, X e V. È possibile utilizzare linee orizzontali per descrivere calma e di riposo, o invece diagonali e linee decise per sottolineare dinamismo e giocosità.

Ma soprattutto è il colore che può essere usato efficacemente per esprimere un’emozione e creare uno stato d'animo. Ha una immediatezza magnetica. Il colore sembra avere una vita propria, può essere difficile da usare bene. La qualità del colore può portare intensità all’immagine, i suoi effetti possono essere molto diversi, a seconda del soggetto. Molto importante è anche il rapporto tra colori diversi. Per esempio i colori complementari, come il rosso e verde o il blu e l’arancio, sono accostamenti audaci e forzano lo spettatore a seguire il colore leggendo di conseguenza la composizione.



La consapevolezza di colore è il punto di partenza. Come potrete voi stessi verificare con l’esperienza il vostro modo di utilizzare il colore acquisterà personalità. L'obiettivo è sempre

di tradurre i vostri pensieri e sentimenti in particolari colori. Studiare gli effetti del colore vi aprirà gli occhi e vedrete maggiori possibilità di effettuare scelte compositive più ragionate e consapevoli.

Ricordatevi che stato d’animo e atmosfera non sono soggetti in se stessi, sono piuttosto gli strumenti per creare il contesto che aiuta a raccontare la storia del vostro soggetto. Prima di iniziare a creare immagini è utile considerare quale direzione si vuole prendere. Potete formulare il vostro obiettivo in una breve frase? Il vostro obiettivo potrebbe, per esempio, essere qualcosa del tipo: "Come posso mostrare, in un’immagine, lo stao d’animo suscitato dalle foglie che cadono in autunno? " La vostra scelta può essere fatta in termini di luce, forma, colore e tecnica. Per esempio:

Luce: dolce ma diretta per i colori autunnali audaci e forti come il giallo, arancione e marrone.

Forma: utilizzo di brevi linee oblique per la composizione dinamica e giocosa.

Tecnica: bassa velocità dell'otturatore per enfatizzare il movimento e cambiamento.

Come abbiamo visto avere un obiettivo chiaro di ciò che si cerca di trasmettere vi guiderà attraverso il processo di creazione dell'immagine. Buon divertimento e sperimentazione!




Noi aggiungiamo solo i nostri ringraziamenti a Eva Polak per il suo articolo e la sua passione e a tutta la reazione di PhotographyBB per il loro prezioso e disinteressato lavoro.