domenica 16 dicembre 2012

(based on a true story) di David Alan Harvey


Nato a San Francisco nel 1944,  cresciuto in Virginia, oggi vive a New York.  David Alan Harvey, tra i collaboratori più celebri del National Geographic Magazine, ha realizzato un libro straordinario in ogni suo aspetto.
Un libro diverso a partire dal design: fogli tenuti insieme da un nastro e da perline, immagini digitali in una veste in uso nel XV secolo.
(based on a true story) è una raccolta di momenti spettacolari e misteriosi, il racconto si svolge con fluidità e semplicità lungo tutto un giorno e tutta una notte, in una città che non viene mai nominata in un continente che non è mai specificato. E' giornalismo? E' una "messa in scena"?

Le immagini esplodono di colore, calore, umidità, sesso,  pericolo, paura, caos. Ci sono donne sublimi che sembrano statue greche, ci sono dei mostri - paramilitari mascherati con armi automatiche, un travestito scheletrico, birre bevute con la cannuccia e sigarette fumate fino al filtro.
Harvey esprime Rio de Janeiro in modo sovversivo. Spiagge, montagne, alta società, favelas, giungla, voodoo: sono tutti qui, ma miscelati in un'esplosine di energia.

Il design del libro è di  Bryan Harvey e Bryan è un regista. E' un libro che scorre naturalmente come un film, che sale e scende, si riscalda e si raffredda, balza in avanti, rallenta, assorda e sussurra.

Presentato un dittico, l'opera confonde la nostra mente logica. Ci si chiede: "Come faccio a sfogliarlo?", "Devo elaborare le immagini come un insieme o de-costruire la pila?", "Dopo ciascuna semi-immagine devo invertire la lettura?", "Posso mescolare le immagini e creare la mia versione?".
Non ci sono risposte. Il modo migliore per leggere (based on a true story) - come per ogni vera e propria avventura - è quello di arrendersi.


(based on a true story) - book demo from Bryan Harvey Films on Vimeo.

Questo il link al sito di David Alan Harvey

mercoledì 12 dicembre 2012

In viaggio con un elefante


Siamo davvero felici di aver prodotto questo ebook che racchiude un importante lavoro del nostro amico Mario Castellani, artista affermato e sperimentatore, sempre alla ricerca di nuovi modi espressivi.
Si tratta di un percorso fiabesco dove l'artista racconta in 53 straordinari disegni il romanzo di José Saramago "Il viaggio dell'elefante", l'ebook è disponibile in download gratuito in formato Fixed layout ePup oppure, per i tanti che non possiedono in iPad, in formato pdf leggibile su pc e sulla maggior parte di mobile devices.



La mostra "Il viaggio di Salomone" con i disegni di Mario Castellani raccolti in questo ebook è aperta dal 12 dicembre 2012 al 19 gennaio 2013 nella Biblioteca Cantonale di Lugano in viale Carlo Cattaneo, 6.
L'ebook è distribuito con licenza creative commos e per quanti volessero condividerlo sul proprio sito o blog è possibile utilizzare il codice da incorporare, esattamente come abbiamo fatto noi per questo post. Buona lettura!

giovedì 15 novembre 2012

"Viaggio intorno all'uomo" del grande McCurry



Dal 18 ottobre al 24 febbraio Genova ospita la mostra del fotografo americano Steve McCurry, sensibile narratore che pone l'umanità al centro del suo obiettivo. riprendendone visi e atteggiamenti comuni nei luoghi più remoti della terra, tra guerre e miseria, in quello che lui definisce "il momento incustodito", l'istante in cui lo sguardo rivela le emozioni più intense e profonde.

I suoi scatti, conosciuti in tutto il mondo - come il celeberrimo ritratto della ragazzina afghana dagli occhi verdi pubblicato dal National Geographic Magazine nell'85 - sono esposti a Palazzo Ducale e costituiscono il "viaggio intorno all'uomo" compiuto da Mc Curry nei suoi trent'anni di attività.
La mostra si apre con una grande galleria di ritratti, presentando poi diverse tematiche che spaziano da situazioni di fatica, dolore e paura, sempre documentate con grande partecipazione emotiva, ad altre che esprimono una contagiosa gioia di vivere.
La sorpresa caratterizza lo spazio finale, dove si incontrano le immagini più curiose e inaspettate. Sono oltre 200 le fotografie, molte delle quali di grande formato, e numerosi i soggetti mai esposti al pubblico, alcuni di essi fanno parte di Last Roll of Kodachrome, l'ultimo "rullino" di pellicola prodotto dalla Kodak: raccontano viaggi a Cuba, Thailandia e Myanmar, con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo e una selezione di fotografie scattate in soggiorni recenti, molti dei quali in Italia, da Venezia alla Sicilia, da Roma a L'Aquila. Gli ultimi scatti di quest'anno sono stati realizzati in Tanzania per la campagna fotografica del progetto Tierra! di Lavazza, sullo sviluppo sostenibile.
Curata da Biba Gammill e Peter Banks, la mostra offre un alto impatto scenografico di attrezzature, progettate per mille metri quadrati del portico di Palazzo Ducale.









martedì 13 novembre 2012

La simmetria della previsione secondo Frost



L'artista multimediale Jeff Frost indaga le molteplici facce della notte, riprendendo immagini del deserto, cieli sconfinati e case abbandonate del sud-ovest americano.
Combinando fotografia, time-lapse, musica, 3D ed effetti grafici Frost ci restituisce un video bello da vedere e molto meno complesso di quanto farebbe supporre il titolo - Lacunosa simmetria della previsione - col quale si propone di presentare in parallelo un mondo fantastico di prospettiche illusioni e la realtà che sta dietro di esse.
Uno sperimentale short film dal ritmo incalzante che fonde street art, suggestioni ottiche dipinte, time lapse e stop motion e accompagna lo spettatore in un viaggio visivo unico, attraverso mondi reali ed immaginari.






 









Flawed Symmetry of Prediction from Jeff Frost on Vimeo.

martedì 6 novembre 2012

A Parigi la comunicazione va in piazza



La "macchina per viaggiare" ideata dall'agenzia BBD Francia per pubblicizzare la compagnia di viaggi SNCF rappresenta una comunicazione inconsueta e divertente.
Un grosso cubo nero sistemato in Place du Palais Royale a Parigi incuriosisce i passanti, ma sono pochi i "temerari" che si avvicinano e accolgono l'invito a premere il pulsante che darà il via a una pazza celebrazione che si conclude con il rilascio di un enorme biglietto premio che permetterà al vincitore un viaggio verso la meta dei sogni.
Simpatiche le espressioni di passanti e vincitori e simpaticissima la modalità comunicativa "da strada" ancora snobbata dalle agenzie italiane.


giovedì 20 settembre 2012

Corbis celebra la foto icona



Compie oggi 80 anni il celebre scatto che riprende il "pranzo in cima al grattacielo" degli operai seduti 800 piedi sopra alla 47ma strada di New York.
Corbis li festeggia presentando, attraverso filmati e rare immagini del proprio ricchissimo archivio, una suggestiva commemorazione che documenta fatti, personaggi e stili di vita degli anni '30.
Della foto si conoscono luogo e data di ripresa, non l'autore, nè tantomeno si è mai saputo chi fossero gli operai. Loro e molti altri lavoratori fanno parte della storia non detta della grande mela agli albori dell'industrializzazione e dell'immigrazione, negli anni dell'espansione tra il proibizionismo e il crollo di Wall Street;  sono i non-protagonisti, tutti quelli che l'hanno costruita.
Ed è a loro che il regista  Sean O Cualain ha dedicato il suo ultimo film documentario  "Men at lunch", un tributo che si avvale degli archivi fotografici Corbis e Bettman e delle preziosa consulenza del loro direttore storico  Ken Johnston
Per iniziare un affascinante viaggio interattivo in bianco e nero: http://lunch-in-the-sky.corbis.com/content/





giovedì 13 settembre 2012

Pentedattilo, il borgo fantasma si anima con il Festival


Pentedattilo è un paese fantasma, un antichissimo borgo in provincia di Reggio Calabria disabitato da decenni.
Lì l'Associazione per il recupero strutturale e culturale del borgo e la Ram Film, società cinematografica che ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione dell’area di appartenenza attraverso lo sviluppo e la produzione di progetti filmici. organizzano dal 2006 il Pentedattilo Film festival: "una chiamata alle armi, per tutti quelli che nel cinema si sentono fantasmi, per tutti quelli che del cinema fanno il loro mestiere e la loro arte ma nessuno se ne accorge, per tutti quelli che il cinema non lo fanno ancora ma ci vorrebbero provare, per tutti quelli che fanno i primi passi e il loro talento urla per essere riconosciuto, per tutti i maestri dell’arte cinematografica che vedono divorare dai giganti della montagna la bellezza dell’arte, e infine per tutti quelli che credono nella cooperazione, interculturalità, tolleranza, sostenibilità… "
La location è spettacolare, il livello dei partecipanti ottimo. Studenti del Ringlin College, di cui spesso abbiamo parlato in precedenti post, e di qualificate scuole di cinema e animazione, professionisti e giovani autodidatti provenienti da ogni parte del mondo hanno per tre giorni l'occasione di presentare le proprie opere nelle diverse sezioni, di partecipare a interessanti incontri e workshop - come quelli di quest'anno a cura di Wilma Labate e Guido Chiesa - e di vivere un momento che, come sostengono gli organizzatori, "non è solo visione, ma anche partecipazione, condivisione, crescita".
L'iniziativa merita un approfondimento, e su pentedattilofilmfestival.net , tremendo poster 2012 a parte, potete vedere le immagini di un luogo davvero magico e conoscere le opere premiate.


BEAR ME di Anna Matacz, Germania


martedì 11 settembre 2012

Alessandro Costa e il suo T-Rex


Alessandro Costa, conosciuto su Instagram come @osnuflaz, il senso dell'umorismo e la fantasia non mancano. In questa intervista rilasciata istagramers italia si presenta così:
"Mi chiamoAlessandro Costa, fresco cinquantenne torinese trapiantato in Emilia che per lavoro si occupa di commercio con l’estero Ma è del tutto inutile parlare di me, umile reporter delle avventure di un volitivo dinosauro 2.0 che gli amici chiamano semplicemente “T”."
Le avventure di T, documentate con un iPhone a cui viene applicato il filtro “Toaster” di Istagram, sono senza trucchi: Alessandro gioca con la "prospettiva forzata" (questo il link ad un post che ne parla) e non applica nessun edit all’immagine, nessun trucco, niente Photoshop o altro… quindi T-Rex è sempre ritratto direttamente nell’immagine e mai aggiunto successivamente.


Un'idea semplice, divertente e immediata, che ci fa sorridere e appassionare alle improbabili avventure di T; oggi il "compagno di viaggio" di Alessandro Costa conta più di 1500 scatti e oltre seimila followers: indubbiamente un grande successo in rapida crescita.


Se anche voi avete voglia o bisogno di sorridere andate a trovare T, queste è uno dei link dove abita:


mercoledì 5 settembre 2012

Kogonada e le prospettive dei grandi registi


Kogonada, di cui non sappiamo molto se non l'indirizzo del suo sito e della sua pagina su Vimeo, si è divertito e ci ha affascinato con la realizzazione di tre brevissimi video che indagano le prospettive ricorrenti nelle opere di tra grandi registi: Wes Anserson con le riprese dall'alto, Quentin Tarantino con le riprese dal basso e, ultimamente, con le prospettive centrali di Stanley Kubrick.


I video sono molto brevi ed il montaggio davvero azzeccato di alcune celeberrime sequenze esalta "il punto di vista narrativo" che è diventato la firma di questi grandi del cinema. Buona visione!


Kubrick // One-Point Perspective from kogonada on Vimeo.


Tarantino // From Below from kogonada on Vimeo.


Wes Anderson // From Above from kogonada on Vimeo.

lunedì 3 settembre 2012

Le immagini esplosive di Ueli Alder


Ueli Alder è un giovane artista svizzero che con immagini prelevate da internet ed abilmente elaborate in photoshop ha realizzato queste esplosioni digitali. Sono esplosioni devastnti, esagerate, stravaganti... in una parola "idealizzate".
Sono ispirate sicuramente ai videogiochi ma molto più reali perché inserite in contesti paesaggistici a volte idilliaci e proprio per questo, e per il loro isolamento da ogni contesto relativo alle cause, appaiono sorprendenti e inquietanti.

Potete visitare il sito di Ueli Alder a questo link.









venerdì 31 agosto 2012

Quanto costa? Un tweet!


Sul sito paywithatweet campeggia questo titolo:
Vendi i tuoi prodotti al prezzo di un  tweed
L'idea che guida questo servizio è semplice: nel mondo di oggi il valore del numero delle persone che parlano del vostro prodotto è a volte superiore al denaro che otterreste per il prodotto stesso.
'Paga con un Tweet' è il primo sistema di pagamento dovele persone acquistano prodotti con il valore della loro rete sociale.

Il funzionamento è semplice, ogni volta che qualcuno paga con un tweet, "parla"del prodotto a tutti i propri amici. Chi "compra" può decidere se postare su twitter o facebook: in ogni caso il vostro prodotto e il vostro brand saranno immediatamente sparati in rete.

Noi siamo venuti a conoscenza di questo servizio (attivo da tempo) solo stamattina, leggendo la newsletter di ePUBpublishing (blog che leggiamo sempre con estremo interesse e attenzione) nella quale jeanpaul27 ci parla di Sonia Lombrado, del suo interessante blog storiacontinua.com e della possibilità di scaricare il volume "Oltre l'eBOOK - guida intarattiva alla Letteratura 2.0", frutto di due anni di lavoro costante e capillare dell'autrice, semplicemente pagandolo con un tweet.
Ci abbiamo provato, ha funzionato e ci siamo entusiasmati subito pensando a quali "interazioni" potranno attivarsi tra quanti praticano la filosofia della Cultura Libera e Digitale.
Di seguito due screenshot che abbiamo scattato durante il brevissimo percorso che ci ha permesso di creare il tasto che vedrete in fondo a questo post. Provateci!

Questo è il semplicissimo form di generzione del pulsante...


Questa è la schermata immediatamente disponibile con il codice da embeddare (diversi formati di pulsante tra i quali segliere) e il QRcode...

Infine qui il pulsante per scaricare l'ebool L'Attesa in pdf

giovedì 23 agosto 2012

Scarica e condividi L'Attesa in ebook!


L'Attesa in ebook!


L'edizione digitale raccoglie i 13 progetti selezionati riferiti al contest di narrazione fotografica L'Attesa.

Questo ebook è il frutto del lavoro collettivo di talenti emergenti: il talento per crescere ha bisogno di orizzonti, di stimoli, di confronti, insomma di nutrimento. Noi di espressioni digitali siamo convinti che le espressioni che il talento genera debbano essere divulgate e promosse: per questo sono nati il nostro blog e il nostro sito.
 
L'Attesa è la prima di una serie di iniziative che sono in fase di configurazione e che vedranno gli abitanti del nostro "Villaggio digitale" indiscussi protagonisti.
Desideriamo ringraziare tutte le persone che hanno partecipato dedicando tempo ed impegno a questo progetto, il Consorzio AST di Vigevano per il patrocinio e l'Associazione Culturale Deaphoto per il supporto offertoci. 

Abbiamo pubblicato L'Attesa in due formati: Fixed layout ottimizzato per la lettura con browser come iBooks su iPad e pdf per consentirne la fruizione sia su tablet che su computer. Scaricatelo GRATUITAMENTE e distribuitelo utilizzando il codice da incorporare in siti e blog che trovate a questo link, sotto la descrizione vicino al "like" di facebook!

domenica 8 luglio 2012

Pescantina-Verona-Pescantina… aspettando un domani migliore


Un pedale insegue l’altro
Veloci e impazienti
Come due amanti che nella pausa pranzo
Si scambiano le proprie infelicità


La prima goccia di sudore riga la sua guancia rossa
Seccandosi quasi immediatamente
Come i fotogrammi delle risate all’università
Si spengono nei suoi occhi

 
Sulla via del ritorno Irene pedala verso il Sole
E la sua bici asseconda paziente i suoi dubbi e le sue paure
Raccogliendo una lacrima sul manubrio
Mentre le canne cullate dal vento sul ciglio della strada
Sembrano salutare dolcemente il suo passaggio
 
 
Guarda avanti Irene, guarda verso la cima di quella salita
E si alza sui pedali stringendo gli occhi chiusi ancora umidi
… “C’è da raggiungere il Sole” pensa
Lasciandosi alle spalle nuvole cariche di speranza

Pescantina-Verona-Pescantina… aspettando un domani migliore
Fotografie e testo: Mauro Zanecchia

L'autore si presenta così:
 
I link di Mauro: la sua pagina Flickr

 


venerdì 6 luglio 2012

L’attesa di Chiarina


Protezioni

Da giovani non si pensa mai alla morte, è una cosa talmente lontana, improbabile. Non si può capire chi pensa ogni giorno a questo.
Col passare del tempo, invece, senti che il momento può arrivare…che c’è questa maggiore probabilità. Ti fermi spesso ad immaginare il tuo ultimo momento ma lo tieni velato nella tua mente, o almeno cerchi di farlo è ancora tutto così lontano.
A novantenni, le cose sono completamente diverse. Attendi  con timore che questo possa avvenire, forse serenamente, forse impazientemente perché non vuoi essere più un peso per nessuno.  La vita è passata veloce, vedi i figli invecchiare, i nipoti crescere, perdi un po’ alla volta le persone a te più care e tu lì ad aspettare il tuo momento, affidandoti alla preghiera, alla speranza che qualcuno da qualche parte al di là ti stia aspettando… è una attesa che un giovane non può capire questa, non può capire.


Lo sguardo degli altri

Spesso mi son trovato a far visita a persone malate nei loro ultimi giorni di vita, gli sguardi sono tanti, fissi, diversi. L’anziano che riceve la visita dimentica per un attimo la sua attesa, ritorna ai ricordi passati, racconta storie che hanno segnato la sua vita…è bello per loro ricevere una visita, distrae da quell’unico e solo pensiero che ti accompagna ogni giorno fino alla fine, rende sopportabili le sofferenze.
Mentre chi visita, invece, ha uno sguardo compassionevole, cerca di imprimere nella propria mente il volto del suo caro che prima o poi non rivedrà più… cerca di trasmettere un po’ di calore e di amore, per loro la morte è ancora tanto lontana.


L’attesa

La maggior parte del tempo si trascorre da solo, l’attesa è questa… tu e i tuoi mali, la tua sofferenza. E’ raro essere sereni in questi momenti. La preghiera ti accompagna, il tempo passa lento… io non so ancora cosa veramente si prova, forse la serenità è frutto di cosa sei riuscito a fare nella vita e quindi accetti la tua fine… non so, la serenità la si può scorgere anche da un gesto, da una posa.

Il tuo posto

Gli spazi improvvisamente si restringono, quella che era la tua “grande” casa, fatta di angoli, di cose da fare, da mettere in ordine, da preparare per qualcosa o qualcuno…diventa solo una sedia, un letto. Non ti serve più nulla. Sei in un angolo ora, impietosamente in attesa…
La fine

Poi arriva la fine… lasci tutto, chi sa dove sei. L’attesa è finita. Ora fai parte anche tu dei ricordi e sei lì a proteggere altri da lontano col sorriso di una fotografia.

L'attesa di Chiarina
Fotografie e testo di: Umberto Verdoliva

L'autore si presenta così:
I link di Umberto: il suo sito - Flickr - la pagina Facebook





mercoledì 4 luglio 2012

L'attesa



Jessica smise di sperare. Si sentiva ormai esausta, vinta.

Le dava sollievo sapere che ben presto avrebbe perso lucidità, anche solo per la mancanza di cibo. O di aria.
Quante ore erano passate esattamente? Non ne aveva idea, le sembrava di stare lì da tutta la vita.
Era rannicchiata su sè stessa in un angolo della prigione dalle sottili pareti di vetro situata in una desolata radura, flebile illusione di libertà. Solo una mente sadica avrebbe potuto ideare una cosa del genere.
L'altra ragazza, di cui non sapeva nulla, giaceva senza vita a pochi passi da lei. Prima di andar via, il carnefice le aveva promesso che sarebbe tornato anche per lei, ma non si era più visto. Che gli fosse capitato qualcosa? O la sua coscienza gli aveva impedito di portare a termine il lavoro?
Per Jessica faceva poca differenza, non aveva comunque alcuna possibilità di salvarsi; le dava però un sottile piacere immaginare che anche lui fosse già morto.
Più ci pensava, più quell'ipotesi le sembrava tutt'altro che assurda: prima che quello squilibrato la rapisse, il misterioso virus di cui ancora si sapeva così poco aveva decimato in pochi giorni la popolazione mondiale e il numero di infetti cresceva in modo esponenziale.
Ovviamente i negozi erano stati subito presi d'assalto per le scorte di cibo e quel giorno, al centro commerciale, l'ultimo pensiero di Jessica era di poter essere rapita da un maniaco.
Ma era andata proprio così.
Cosa accadeva intanto fuori di lì? Il misterioso virus aveva già sterminato l'intera umanità, o qualcuno era riuscito a salvarsi?
E se l'unica persona rimasta in vita fosse lei, e lei sola?
Tutte risposte che Jessica non avrebbe mai conosciuto: il suo carnefice non tornò mai e quella che era probabilmente l'ultima donna sulla terra morì di stenti in una prigione di cristallo.

L'ultima speranza dell'intero genere umano moriva con lei.

L'attesa
Fotografie di: Andrea Spiezia
Testo di: Mariarita Cupersito

Glia autori si presentano così:

ANDREA SPIEZIA
Da diversi anni rimodello le foto perfezionandole con i migliori software in circolazione ed elaborando scatti digitali.
Non sempre è semplice catturare in un istante le emozioni che sentiamo.
Le emozioni percepite in natura sono strettamente personali, legate all'animo del lettore, ma mediante lo scatto, attraverso il mio sguardo, riesco a restituire al fruitore i sentimenti percepiti nella foto; l'obiettivo risulta essere per me uno strumento con il quale trasferire quel sentimento di empatia in istanti di emozioni.

I link di Andrea: il suo sito
MARIARITA CUPERSITO

I am a gothic writer who loves extravagance and posing for alternative photos and dark artists.
I 'm interested in all things that can be a source of inspiration for not conventional art and beauty.
I love retrò - alternative style, I love recreating the atmosphere of the gothic literature with the most dark and enchanting representation of the beauty.

I link di Mariarita: il suo sito


lunedì 2 luglio 2012

La macchina del tempo


La mia bisnonna non l’ho conosciuta di persona. E’ morta poco prima che io nascessi. Poco tempo fa ho trovato in una vecchia scatola, dimenticata da tutti, il suo diario, insieme a una macchina fotografica e a tante foto. Ho così avuto modo di scoprire l’inquieto pensare della nonna, il suo continuo dialogare con se stessa e con altri personaggi più o meno verosimili e reali. La fantasia faceva scorrere una quantità d’immagini nella sua mente e lei scriveva, raccontava, dipingeva o si lasciava galleggiare dall’emozioni che la prendevano. A volte però c’era bisogno che tutto si fermasse e stesse in silenzio, perché, diceva, “era il tempo di aspettare”.
A questo punto mi ero fatta l’idea di una persona estrosa e piuttosto strana, ma proseguendo nella lettura cominciai a pensare che fosse decisamente fuori di testa!
A proposito della sua macchina fotografica, che lei chiamava la Macchina del Tempo, diceva che serviva a far aspettare il tempo e che perciò andava usata con grande rispetto e parsimonia: quando ce n’era bisogno la nonna prendeva la sua macchina, la caricava, poi l’accendeva, e allora tutto intorno a lei si fermava. Lei cominciava a camminare e a guardare, a studiare quasi, le persone che incontrava, congelate in una posa. Alcune di queste le registrava sulla pellicola con la sua macchina. Quando sentiva di aver camminato a sufficienza nel silenzio di un mondo in stand-by spegneva la macchina e il tempo ricominciava a muoversi come sempre. Mi sembrava davvero follia ma ho voluto comunque dare un’occhiata alle foto. Non so se la macchina della nonna era riuscita a far aspettare il tempo, che solo a dirlo pare un ossimoro, ma di certo aveva colto le persone che erano ritratte nelle foto in uno stato di attesa. Ne guardo alcune e una dopo l’altra prendono forma delle storie. Ne trascrivo qualcuna di seguito.


Il giovane lettore attende che i panni sporchi siano di nuovo puliti, aspetta un nuovo inizio e intanto si riconcilia col proprio angelo, che spalmatosi sul muro gli rimane silenziosamente attaccato.


L’attrice è pronta, al centro del palcoscenico, in mimetica fusione con la scenografia che le sta intorno, occhi fissi sul copione, attende il segno per iniziare la sua parte.


Sotto il segno dei gemelli s’incrociano, ma non s’incontrano, gli sguardi di due uomini fermi ai lati esterni di un cantone. Al numero due di quella strada sono in attesa di qualcuno che forse si trova già lì.


Il giovane dalla pelle scura aspetta persone che si fermino da lui, per le storie e le rime che vende, per le parole dall’Africa che nella sua mente si ripetono in famigliari melodie.


Tra le scarpe e la gente c’è anche il rischio di scomparire, di dissolversi nel proprio sfondo. Lei cerca di sfuggire a questa possibilità, cerca una connessione con qualcuno, aspetta una risposta.

Tante altre foto ho trovato, più o meno interessanti, ma l’ultima è stata una rivelazione incredibile. Non ve la mostrerò, ve ne parlerò, per concludere questa storia. Nell’ultima foto c’è una bambina appena nata che piange, sembra all’ospedale sulla pancia della mamma. In secondo piano si vede mio padre da giovane che tiene una fotocamera al collo, e vicino a lui s’intravedono i miei nonni.
La bimba di questa foto, come ha confermato la mamma, sono io.

La Macchina del Tempo
Fotografie di: Sandro Bini
Testo di: Sara Severini

Gli autori si presentano così:

SANDRO BINI

I link di Sandto: il suo sito
SARA SEVERINI

Nota della redazione: Sara non ha trasmesso informazioni su di sé, solo un indirizzo mail che per ragioni di privacy non pubblichiamo.