martedì 31 maggio 2011
I dolcissimi zootropi di Alexandre Dubosc
"Alimation" è un corto in stop-motion che ci conduce in un vero e proprio paese delle fate popolato da deliziosi dessert. Diretto da Alexandre Dubosc, regista francese e graphic designer, questo corto è stato presentato al contest su Youtube indetto dall'International Animation Film Festival di Annecy 2011 dove ha ricevuto una menzione speciale per l'animazione della gallina di cioccolato da cui escono uova che cadono... si rompono... e lasciano uscire conigli che corrono (proprio così, scopritelo voi stessi!).
Alexandre Dubosc già lo scorso anno aveva partecipato al contest Annecy/Youtube, classificandosi al secondo posto, con il corto "Food About You" (che potete vedere qui sotto): un video basato sempre sulle forme e i colori del cibo per celebrare il 50° anniversario del festival.
E per finire godetevi anche gli auguri dell'artista per l'anno in corso.
Per conoscere il lavoro di Alexandre Dubosc (e non solo il capitolo "Quisine photographique") vi invitiamo a visitare il suo portfolio cliccando qui. Troverete anche tantissime immagini sul making-of delle sue animazioni.
Alimation - Annecy Festival 2011 from Alexandre DUBOSC on Vimeo.
Qui potete vedere uno slide-show con il making-of di "Alimation".
Food about you - Annecy festival 2010 from Alexandre DUBOSC on Vimeo.
Show co show from Alexandre DUBOSC on Vimeo.
Se siete interessati agli zootropi, potrebbe interessarvi il post "The Cyclotrope" che abbiamo pubblicato qualche tempo fa.
Etichette:
animation,
Annecy,
egg,
food stylist,
rabbit,
stop motion,
zeotrope,
zootropi
lunedì 30 maggio 2011
I punti di vista di Francesca de Pieri: plexiglass e tecnica della doppia stampa
Francesca De Pieri descrive così la sua ricerca fotografica:
"La tecnica con cui lavoro è quella della doppia stampa, ossia della sovrapposizione fotografica su più livelli, i temi a cui lavoro sono la riconversione dei luoghi importanti per lo sviluppo storico del territorio, le riconversioni di luoghi naturali al loro ruolo d'origine, le storie che ad essi s'intrecciano e le metamorfosi del corpo oltre la superficie acquosa. Attualmente a queste analisi si è aggiunto lo studio dei carillon, come esempio di "arteficio permanente", soggetto che studio con curiosità e...voyerismo".Francesca interpreta la tecnica della doppia stampa utilizzando lastre di plexiglass sovrapposte: ogni lamina riporta una parte della fotografia che si può vedere "correttamente a fuoco" nel suo insieme solo osservandola di fronte, perpendicolarmente. Ad ogni altro movimento laterale compiuto dall'osservatore corrisponde una trasformazione, una sfasatura, una vibrazione visiva.
Qui di seguito vedete come la stessa immagine cambia se osservata di fronte o leggermente di lato.
Potrete approfondire la conoscenza con Francesca de Peri a questo link.
domenica 29 maggio 2011
Nel deserto di Bombay Beach la poetica della speranza
Presentato al Festival di Berlino e premiato al Tribeca Film Festival come miglior documentario del 2011, Bombay Beach dell' israeliana Alma Har'el è un film di grande poesia in cui la regista esprime tutta la sua esperienza tecnica e formale di fotografa, video artista e autrice di video musicali.
Sintesi tra documentario di osservazione, coreografia, musica e racconto, Bombay Beach è un mosaico commovente e surreale; un suggestivo ritratto simbolico dell'America rurale, dei suoi abitanti e del fallimento del sogno americano.
La musica composta da Zach Condon della Band Beirut e le canzoni di Bob Dylan, insieme ad un paesaggio struggente, fanno da sfondo alla quotidianità dei protagonisti: un ragazzino affetto da disordine bipolare, un adolescente di colore sfuggito alle gang che aspira a diventare una stella del football, ed un vecchio alcolizzato affetto da incorreggibile amore per la vita.
La strampalata comunità di sognatori di questa città fantasma, sulle rive di un lago salato nel bel mezzo del deserto della California, è ritratta dalla stessa Har'el nelle foto che vi mostriamo dopo il trailer.
Tutte le informazioni sul film a questo link
Etichette:
Bob Dylan,
bombay Beach,
fotografia,
musica. deserto,
paesaggio,
sogno
sabato 28 maggio 2011
Stop motion: 105 giorni di lavoro per 23 secondi
La nuova sigla della trasmissione “L’Edition Spéciale” in onda su Canal+ è stata realizzata interamente in stop-motion da Greg Barth, ha una durata di soli ventitre secondi ma ha richiesto ben tre mesi e mezzo di lavoro!
Per apprezzare appieno il lavoro di Greg Barth vi consigliamo di guardare il making-of (realizzato con l’aiuto di Noé Sardet e Colas Wohlhahrt) che analizza le varie fasi della produzione: dallo storyboard renderizzato e modellato in 3D, alla "costruzione" vera e propria dei singoli elementi con carta, fili colorati, legno.
L'Edition Spéciale Opening from soulgrafix on Vimeo.
Edition Spéciale Making Of from soulgrafix on Vimeo.
Etichette:
Animazione,
Canal+,
Greg Barth,
L’Edition Spéciale,
stop-motion
venerdì 27 maggio 2011
Per Jim Denevan l'arte è effimera come l'esistenza
Esponente della Land Art, Jim Denevan traccia i suoi giganteschi disegni geometrici su spiagge, lande desolate, superfici ghiacciate.
Prima che inevitabili eventi naturali intervengano a cancellarli, l’artista californiano li fotografa, immortalando questi suggestivi “mandala”, che assumono, come avviene nel Buddismo e nell’Induismo, un significato spirituale e rituale. Attraverso queste tracce nella materia Denevan intende infatti “celebrare la Madre Terra”.
Di fatto, sostituendo all’opera convenzionalmente intesa l’instabilità di atti e segni che non hanno pretese di durata e di consistenza materiale, l'artista esprime un modello culturale di valore esistenziale generale, la cui testimonianza permane solamente nel mezzo fotografico digitalizzato.
La caducità dell’opera non condiziona la precisione né l’accuratezza dell’esecuzione finale.
Per la partitura degli spazi Denevan realizza dei “cartoni” in scala ridotta su cui programma la stesura generale.
Nel filmato realizzato da Peter Hinson in Nevada nel 2009 le riprese aeree consentono di osservare l'artista mentre realizza i suoi motivi rituali sul terreno già tormentato dalla suggestiva craquelure della siccità.
Brochure from Peter Hinson on Vimeo.
Potete vedere le realizzazioni nei diversi contesti naturali a questo link.
giovedì 26 maggio 2011
Nelle scene di Crewdson un mondo di suggestioni
Se avete poca dimestichezza con la fotografia e l'arte contemporanea prima di procedere a qualche lettura di approfondimento limitatevi ad osservare le immagini di Gregory Crewdson e abbandonatevi alle loro suggestioni.
Esterni di una periferia americana povera, luci livide e interni surreali con corpi nudi e composizioni che ricordano più il set cinematografico che la vita reale, letti sfatti e una generale aria di abbandono, di degrado. A rendere tutto più drammatico e coinvolgente è la luce, che sembra sparata solo su alcuni particolari e sui corpi bluastri che popolano le scene.Se poi leggerete qualche intervista al fotografo scoprirete che per arrivare al momento congelato della foto c'è voluto il lavoro di assistenti, tecnici, addetti alle luci, al make-up e alla post-produzione. Perché nella sua dichiarata ricerca della perfezione Crewdson allestisce una perfetta regia, da cui estrae la scena impeccabile, scollegandola da ciò che è stato e che sarà.
Sono proprio la preparazione, le competenze che stanno dietro a questo frammento così surreale ed insieme così minuzioso nel realismo dei dettagli a produrre una intensa suggestione filmica
Se invece avete qualche conoscenza in ambito artistico e cinematografico riconoscerete gli ispiratori di questo onirico puzzle: donne visibilmente infelici e provate, come nei ritratti di Diane Arbus, collocate in esterni notturni alla Hopper, o in fatiscenti interni alla Rockwell, coordinati da una regia alla David Lynch e illuminati alla Roger Tratt (il fotografo di Batman I, autore della ricostruzione sulfurea di Gotham City).
Tutto è giocato in una gamma cromatica alla Mad Men, tanto per non dimenticare nemmeno la TV, e incredibilmente funziona.
A questo link potete leggere un'intervista a Gregory Crewdson ed indagare la sua metodologia di lavoro. Qui troverete invece una panoramica completa delle sue opere.
Etichette:
David Lynch,
Diane Arbus,
Edward Hopper,
fotografia,
Gregory Crewdson,
Mad Men,
Norman Rockwell,
Roger Tratt,
set cinematografico
mercoledì 25 maggio 2011
Lapp-Pro: dipingere con la luce
Spettacolari giochi di luci realizzati da Jörg Miedza e JanLeonardo Wöllert.
La loro tecnica di Light Art Performance Photography (LAPP) crea complesse e coloratissime forme di luce che danno un effetto di estrema dinamicità.
Luci in movimento, provenienti da varie sorgenti, vengono riprese con tempi di posa lunghissimi secondo una tecnica messa a punto e accuratamente programmata.
Da notare che per la realizzazione di queste immagini non è stata utilizzata nessuna post-produzione a computer.
Per una panoramica completa della produzione di LAPP-PRO potete visitare il loro sito cliccando qui.
Etichette:
effetti di luce,
JanLeonardo Wöllert,
Jörg Miedza,
Lapp-pro,
light painting,
light performance,
luce
martedì 24 maggio 2011
Eraclito, la Beat Genaration, il Mississippi e Cristiano Vassalli
Il pensiero di Eraclito è stato sintetizzato nella frase Panta rei os potamòs (Tutto scorre come un fiume) poi contratta in Panta rei.
Il fiume come metafora della vita: visioni diverse, diverse culture ma il fiume resta il simbolo del mutamento e del trascorrere del tempo. Ognuno di noi è un proprio personalissimo fiume e vive questa condizione con serenità, disperazione, inconsapevolezza, fatalismo o addirittura con un senso di appartenenza che risponde alla Grande Domanda come solo un saggio, cinese ovviamente, può fare: "La goccia d'acqua del fiume non si chiede quanto sia utile la sua esistenza. Essa è il fiume".
In lui restano vive le influenze della cultura americana che ha vissuto, giovanissimo e in prima persona, entrando in contatto con gli esponenti delle Beat Generation.
Quando l'America era l'America.
Cristiano poi è tornato e oggi vive e lavora in Italia, a Vigevano, come fotografo professionista ma un po' di Mississippi gli scorre ancora dentro e si mescola con le turbolenti acque del Ticino che espone in questa mostra perché, come scrive Norman MacLean nelle ultime righe del suo romanzo più famoso «Alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e un fiume la attraversa».
Il mio Mississippi - A cura di Mariangela Maritato - Spazio Rocco Scotellaro, via Cesarea 49 Vigevano (Pv) - Dal 21 al 31 maggio 2011 - Tutti i giorni ore 17.00/19.00
Etichette:
bianco e nero,
Cristiano Vassalli,
fiume,
fotografia,
Il mio Mississippi,
Ticino
lunedì 23 maggio 2011
Il mito della Torre di Babele rivisitato da Du Zhenjun
Du Zhenjun, dopo aver messo l'uomo al centro delle sue preoccupazioni artistiche per anni, ha deciso di concentrare la sua attenzione sul mondo.
L'artista, nato a Shanghai, ha presentato recentemente a Parigi, dove vive e lavora, otto fotografie inedite sul tema della Torre di Babele.
Du Zhenjun traspone il mito del nostro tempo in foto di grande formato, in una visione tragica del mondo moderno in cui la sovrapopolazione, l'urbanizzazione intensiva e l'opacità dell'aria sostituiscono i paesaggi pastorali.
Rimane l'immagine di un progetto mai concluso in via definitiva: costruito a metà dagli uomini o semi distrutto da Dio?
Dopo i disegni preparatori Du Zhenjun lavora in equipe attingendo agli immensi database di internet. Il risultato è un montaggio di immagini diverse, di innumerevoli frammenti, isolati dal loro contesto ma riconoscibili, che riproducono dalle più comuni alle più drammatiche situazioni dell'epoca odierna.
Sul sito dell'artista potrete trovare una panoramica completa dei suoi lavori: installazioni interattive, fotografie, performances.
Etichette:
distruzione,
Du Zhenjun,
globalizzazione,
Torre di Babele
domenica 22 maggio 2011
Hambuster: niente è come sembra, la visione vale il brivido
Vi piacerebbe godervi il pranzo in un parco tranquillo?
Ma se il vostro pasto non fosse quello che sembra?
Attenzione: alcune scene sono particolarmente splatter... ma il video è talmente divertente che la visione vale il brivido.
Hambuster from Hambuster Team on Vimeo.
Il video è la tesi di laurea di cinque studenti della prestigiosa scuola Supinfocom - Campus d'Arles ed è stato premiato come "Best Student Project IMAGINA 2011".
Se disponete degli appositi occhiali potete anche godervi la versione 3D:
Hambuster -StereoAnaglyph from Hambuster Team on Vimeo.
Potete visitare il sito di Hambuster per approfondire studi e fasi di lavorazione della produzione.
sabato 21 maggio 2011
Dal cinema al cinemagraph: If we don't remember me
La ragione per la quale abbiamo scelto questa gif di apertura (The Pink Panther - 1963), è che abbiamo sempre trovato Peter Seller nelle vesti dell' ispettore Clouseau assolutamente straordinario. Ma c'è davvero l'imbarazzo della scelta sul sito If we don't remember me (questo il link): qui brevissime sequenze di film famosi, ma qualcuno anche meno famoso, sono state trasformate in gif animate stile cinemagraph (di cui vi abbiamo parlato in un post precedente).
Visto l'interesse e le sperimentazioni che stanno dando nuova linfa al formato gif, fino a poco tempo fa considerato un po' appannato, siamo certi che altri artisti digitali si cimenteranno in creazioni animate e noi naturalmente cercheremo di seguirne le tracce.
Intanto vi regaliamo un brivido con lo sguardo del giovanissimo Anthony Perkins (Psycho - 1960) e vi invitiamo a divertirvi scoprendo If we don't remember me.
Etichette:
Cinemagraph,
gif,
gif animata,
If we don't remember me
venerdì 20 maggio 2011
Da Cechov alla Galchina, il filo grigio della malinconia.
Milena Galchina, giovane fotografa bulgara, ritrae paesaggi e scene quotidiane bloccando l'attimo, congelando il momento significante. Nelle sue immagini prende forma la lezione di Cechov sulla concretezza della narrazione e sul senso tragico delle piccole cose.
Da un punto di vista formale è curioso come il bianco e nero, predominante nella produzione della Galchina e così vibrante e espressivo, sia trattato con una ricchissima palette di colori, cioè una gamma infinita di grigi, mentre i soggetti a colori presentino una scala più limitata, come per un bisogno di monocromatismo, di misura.
I soggetti sono spesso paesaggi, scene naturali, piccoli animali; la presenza umana in questi boschi e panorami innevati è costante ma secondaria, si tratta di piccole figure senza volto e spesso in cammino.
Anche quando affronta il ritratto sono rari i piani ravvicinati; per la Galchina sfondo, contesto di vita e soggetto sembrano godere di pari attenzione. Uomo e ambiente sono sullo stesso piano, in assenza di movimento, di calore, di felicità. Proprio come negli scritti di Cechov la scena è rappresentata nella sua oggettività, senza la sovrapposizione di elementi propri della visione etica, filosofica o spirituale dell’autore. Chi osserva deve essere libero di trarre le proprie conclusioni.
E l'effetto d'insieme, come nella migliore tradizione letteraria ed artistica russa in generale, è di soffusa malinconia. Potrete vedere il portfolio di Milena Galchina a questo link.
Milena Galchina |
Etichette:
bianco e nero,
Cechov,
fotografia,
letteratura,
malinconia,
Milena Galchina,
Russia
giovedì 19 maggio 2011
Shoot for Change (Scatta per cambiare) - blog, community, iPhone: la fotografia sociale si crea in rete
“Uomini e donne a tutte le latitudini si connettono tra loro attraverso la più grande piattaforma di relazione che l’umanità abbia mai avuto. La cultura digitale ha creato le fondamenta per una nuova civiltà. E questa civiltà sta costruendo la dialettica, il confronto e la solidarietà attraverso la comunicazione. Perché da sempre la democrazia germoglia dove c’è accoglienza, ascolto, scambio e condivisione.”
Da questo principio, che costituisce sostanzialmente il manifesto di S4C, Antonio Amendola e il suo gruppo hanno dato origine al blog Shoot for Change con l’intenzione di connettere, far discutere e pubblicare amatori e professionisti della fotografia sociale.
Il riscontro è stato ampio ed entusiasta, ed ha permesso di ricevere da ogni zona del mondo testimonianze ed immagini di situazioni e ambienti sconosciuti e toccanti per contenuti e modalità espressive, e soprattutto, come dice Amendola nel video che vi mostriamo, di interfacciare chi racconta le storie e chi vuole che queste siano raccontate, come organizzazioni umanitarie, onlus e comunità, creando un network di vastissime proporzioni ed una produzione fotografica multiforme.
La marcia per la pace attraversa il mondo, documentata in ogni città dagli scatti dei membri di S4C (nella foto di Fulvio Celsi la tappa di Trieste).
Stefano Pesarelli vive e lavora in Africa, il suo ''Africa through iPhone'', di cui vi abbiamo parlato in un nostro post precedente, è un progetto fotografico che racconta la quotidianità del continente, una sorta di diario di viaggio pubblicato in Internet.
Nelle splendide foto di David Kame il dramma di una etnia annientata: gli Himba della Namibia, a cui la diga idroelettrica sottrae terra e stabilità sociale. "Non ci sarà un'altra generazione come noi, non ci piacciono i vestiti occidentali, vogliamo mantenere le nostre tradizioni. Vogliamo essere quello che siamo. Non stiamo soffrendo, siamo felici di quello che siamo" dice il leader KapiKa.
Thomas Cristofoletti con il reportage “Il lago Boeung Kak“ racconta come uno dei bacini idrici più importanti della Cambogia sia stato trasformato nell’ambiente degradato e malsano di oggi da una speculazione edilizia spregiudicata, conclusasi nel fallimento.
Matteo Bertolino, cooperante e fotografo residente in Bolivia. propone il workshop dedicato al tema della fotografia e al suo ruolo nella cooperazione internazionale, realizzato grazie all’appoggio dell’O.N.G. Spagnola IPADE (Instituto de Promociòn y Apoyo al Desarrollo).
Per conoscere le attività, i fotografi e la filosofia di S4C visitate questo sito.
Etichette:
Antonio Amendola,
blog,
cooperazione,
fotografia sociale,
O.N.G.,
pace,
reportage,
S4C,
Shoot for Change
mercoledì 18 maggio 2011
500px: l'eleganza del photosharing contro il colosso Flickr
500px.com è un sito canadese di photo-sharing che è stato rilanciato due anni fa. Una community elegante di photosharing molto più focalizzata sulla fotografia artistica di quanto non lo sia Flickr.
Il sito è nato grazie a Ian Sobolev e Oleg Gutsol, che hanno creato questa community free dove i fotografi possono condividere il loro lavoro, confrontarsi criticamente, creare portfoglios, blog e interagire tra loro. Null'altro se non fotografia di altissimo livello, ma 500px non si rivolge solo ai fotografi professionisti.
Oleg Gutsol crede che ognuno sia un artista e dice che il suo sito sia per tutte le persone interessate alla fotografia, le persone che vogliono condividere la loro visione artistica con il mondo. Sempre più utenti vi si iscrivono anche grazie alla possibilità di interazione con i social network attraverso i quali il "passaparola" si diffonde velocemente, gli amministratori del sito inoltre sono sempre disponibili per cercare di aiutare chi ha domande, problemi o preoccupazioni.
Quello che subito colpisce di 500px è la sua eleganza, la sua semplicità e immagini le di grande formato. Oleg afferma che tra le caratteristiche che lo distinguono da Flickr c'è la qualità di visualizzazione delle foto: "Siamo nel 2011" dice "e le foto devono essere visualizzate in grande formato. Oggi abbiamo schermi grandi e archiviazione di file a buon mercato, quindi possiamo sicuramente permetterci di mostrare foto di grandi dimensioni". E quando qualcuno gli chiede se un giorno 500px più grande di Flickr risponde: "Flickr è una grande azienda di successo. La loro squadra ha fatto un lavoro impressionante. Il nostro obiettivo personale è quello di essere la destinazione per le migliori foto del mondo, e se questo ci farà diventare più grandi di Flickr sarà una grande cosa. Certo il mio sogno è che 500px diventi il migliore e il più grande sito online di foto. Ma la qualità viene per prima, il resto è al secondo posto. Anche se qualche tempo fa ho messo un adesivo di Flickr sul mio frigo per ricordarmi ogni giorno del gigante con cui abbiamo a che fare".
Il sito ha due diverse versioni: la versione gratuita che offre un photostream di base con il limite di 20 upload settimanali e una raccolta, poi c'è una versione a pagamento (50 dollari all'anno) che offre upload illimitato e raccolte illimitate.
Entrambe le versioni offrono hosting illimitato e un photostream organizzato rispetto ai caricamenti più recenti, foto in un elegante grande formato che si espandono con un click. Entrambe le versioni includono anche un fotoblog gratuito e un wall dove le persone possono lasciare commenti. 500px garantisce inoltre che le foto sono ottimizzate per i motori di ricerca.
Oltre a consentire upload illimitati, la versione a pagamento offre altri servizi, tra cui la possibilità di collegare il photostream di un dominio personalizzato, feed RSS, la capacità di agganciare il ogni stream ad un account Google Analytics per monitorare meglio il traffico.
Questo il link a 500px.
Etichette:
500px,
community,
Ian Sobolev,
Oleg Gutsol,
photoblog,
photosharing
martedì 17 maggio 2011
Katerine Gulla: luci e ombre di fotografie su plexiglass
Katherine ha studiato pittura alla Cranbrook Academy of Art, ha frequentato la Scuola Superiore di Musica e Arte a New York. Noi l'abbiamo incontrata navigando qui e là alla ricerca di fotografi che utilizzano il plexiglass come supporto di stampa per le loro fotografie anzi, per meglio dire, che attraverso l'utilizzo di questo supporto sviluppano nuove soluzioni e nuovi linguaggi.
Katrin Gulla è indubbiamente una di questi pochi.
Attraverso la stampa su plexiglass e l'angolo ottenuto grazie a dei supporti appositamente studiati rispetto al muro dove sono appoggiate, le fotografie di Katrin ci parlano di ombre, di riflessi di echi... insomma della "duplicità", di come si è e di come si appare e di come questo apparire cambi e muti rispetto ai diversi punti di vista.Vi invitamo a visitare il sito di Katherine Gulla a questo link.
Etichette:
duplicità,
fotografia,
Katrin Gulla,
ombre,
plexiglass,
riflessi
lunedì 16 maggio 2011
Le imprevedibili partite di tennis stop motion di Elmer Kaan e Tic Attack
Elmer Kaan e da due anni abita a Padova. Ci è arrivato partendo dall'Olanda, dove è nato e dove nel 2000 si è laureato in Image and Media Technology/Animation alla Utrecht School of Arts. ma prima di arrivare in Italia ha girato un po' tutta l'Europa lavorando in team ma anche producendo lavori indipendenti per il piacere di farlo perché Elmer ama il suo lavoro. Potrete renderverne conto personalmente visitando il sui sito (a questo link).
Il corto di 3 minuti che vi proponiamo ha già qualche anno. Elmer dice: "L'ho fatto come un esperimento tecnico, con un sacco di aiuto da parte di amici... E 'stato pubblicato su Youtube come partecipante al Netherlands Film Festival Online, ma la versione ora proposta è di qualità nettamente migliore e accompagnata dalla colonna sonora composta da Michiel Meeuws". A noi è piaciuto moltissimo.
Mac and Roe from Elmer Kaan on Vimeo.
Su Youtube troviamo Small Fun Revolution - Tic Attack! una partita di tennis di due minuti giocata tra una confezione di Tic Tac all'arancia e una alla menta.
Etichette:
Animazione,
Elmer Kaan,
Netherlands Film Festival Online,
stop motion,
tennis
domenica 15 maggio 2011
Giovanni Sesia e le sue battaglie contro l'oblio
Giovanni Sesia è guerriero, vive a Magenta in provincia di Milano dove è nato nel 1955. Lui combatte contro l'oblio con le armi dell'arte. Non ci dilungheremo qui a raccontare il ruolo che fin dall'antichità l'arte ha avuto nell'immortalare la vita e gli uomini.
Immortalare: far diventare eterno rendendone perpetua la memoria.
Con l'avvento della fotografia tutto è sembrato più facile, l'immortalità alla portata di tutti e non solo dei potenti o dei ricchi borghesi che potevano permettersi di commissionare ritratti o monumenti, ma non è stato così. L'arte è rimasto il filtro, l'artista "riconosciuto" il dispensatore d'immortalità che trasforma le sue fotografie (e quindi i soggetti da lui ritratti) in eterna testimonianza di vite vissute. Tutto il resto finirà presto o tardi in un cassonetto o resterà digitalmente imprigionato su qualche server senza che a nessuno importi.
Giovanni Sesia è un artista e quindi possiede il potere di trasmettere, di immortalare. E ha scelto di farlo attraverso le sue composizioni multidisciplinari che uniscono fotografie ritrovate di gente comune o di vecchi oggetti a ritocchi pittorici e inserti calligrafici.
Il risultato che abbiamo ammirato alla prima edizione del Miafair a Milano ci ha davvero colpito. Una delle sue ultime ricerche riguarda l'archivio ritrovato di un anonimo fotografo che negli anni venti ritrasse gli ospiti di un istituto manicomiale: persone dimenticate già durante la loro vita. Folli rinchiusi che non facevano alcun male, mente fuori i sani portavano il mondo verso il conflitto bellico.
Vi invitiamo a visitare il sito di Giovanni Sesia a questo link dove troverete anche un video che è un appello per la conservazione delle 12.000 cartelle cliniche dell'ex ospedale psichiatrico di Novara.
Etichette:
Giovanni Sesia,
memoria,
Miafair,
milano,
Novara,
oblio,
pazzia,
vecchie fotografie
sabato 14 maggio 2011
La Lexus Ibrida protagonista di una spettacolare proiezione nel "Giorno della Terra"
3D Projection Mapping - Lexus CT200h - Hollywood CA from Pearl Media on Vimeo.
Per il lancio del suo nuovo modello di auto ibrida Lexus ha scelto il "Giorno della Terra", l'appuntamento promosso dall’ Earth Day Network sotto l’egida delle Nazioni Unite per fare il punto sulla salute del nostro Pianeta.
Con una scenografica proiezione 3D la Pearl Media, azienda di comunicazione specializzata nel trasformare le pareti degli edifici in superfici animate, ha utilizzato l'hotel Roosevelt di Hollywood come un immenso schermo su cui l'autovettura ecologica ha scorazzato in mezzo ad effetti sorprendenti.
Una tecnologia avanzatissima, l’utilizzo sincrono di numerosi proiettori speciali e diverse animazioni artistiche hanno smembrato le superfici, fatto esplodere da muri e finestre scrosci d’acqua, luci, musiche e colori, dando vita ad una performance tridimensionale spettacolare, visibile anche senza il supporto degli appositi occhiali stereoscopici.
venerdì 13 maggio 2011
Le "Complessità grafiche" di Tatiana Plakhova
Le immagini di Tatiana Plakhova sono ispirate ai modelli frattali complessi e all'arte futurista ma, anziché essere elaborate con software basati su algoritmi matematici, sono interamente fatte a mano utilizzando Adobe Illustrator.
"La mia tecnica è abbastanza semplice - dice Tatiana - disegno ed unisco linee e puntini. Mi piace l'arte basata sulla matematica ma, quando è fatta da una macchina, non sembra quasi mai viva. La mia prima immagine l'ho fatta durante una conversazione telefonica (penso che a molta gente piaccia disegnare mentre telefona), quindi l'ho trasformata in elementi vettoriali e da allora non ho più smesso di realizzare disegni su disegni"
Tatiana Plakhova si è laureata in psicologia all'università di Mosca, ha poi proseguito gli studi presso la High Academic School of Graphic Design. Attualmente si occupa di web design, graphic design e comunicazione.
Potete avere una panoramica completa dei suoi lavori visitando il suo sito. Un'ampia rassegna è visibile anche qui.
MUSIC IS MATH from Tatiana Plakhova on Vimeo.
VIOLIN from Tatiana Plakhova on Vimeo.
COMPLEXITY GRAPHICS from Tatiana Plakhova on Vimeo.
Etichette:
Adobe Illustrator,
frattali,
futuristico,
spazio,
Tatiana Plakhova,
vettori
Iscriviti a:
Post (Atom)