Jessica smise di sperare. Si sentiva ormai esausta, vinta.
Le dava sollievo sapere che ben presto avrebbe perso lucidità, anche solo per la mancanza di cibo. O di aria.
Quante ore erano passate esattamente? Non ne aveva idea, le sembrava di stare lì da tutta la vita.
Era rannicchiata su sè stessa in un angolo della prigione dalle sottili pareti di vetro situata in una desolata radura, flebile illusione di libertà. Solo una mente sadica avrebbe potuto ideare una cosa del genere.
L'altra ragazza, di cui non sapeva nulla, giaceva senza vita a pochi passi da lei. Prima di andar via, il carnefice le aveva promesso che sarebbe tornato anche per lei, ma non si era più visto. Che gli fosse capitato qualcosa? O la sua coscienza gli aveva impedito di portare a termine il lavoro?
Per Jessica faceva poca differenza, non aveva comunque alcuna possibilità di salvarsi; le dava però un sottile piacere immaginare che anche lui fosse già morto.
Più ci pensava, più quell'ipotesi le sembrava tutt'altro che assurda: prima che quello squilibrato la rapisse, il misterioso virus di cui ancora si sapeva così poco aveva decimato in pochi giorni la popolazione mondiale e il numero di infetti cresceva in modo esponenziale.
Ovviamente i negozi erano stati subito presi d'assalto per le scorte di cibo e quel giorno, al centro commerciale, l'ultimo pensiero di Jessica era di poter essere rapita da un maniaco.
Ma era andata proprio così.
Cosa accadeva intanto fuori di lì? Il misterioso virus aveva già sterminato l'intera umanità, o qualcuno era riuscito a salvarsi?
E se l'unica persona rimasta in vita fosse lei, e lei sola?
Tutte risposte che Jessica non avrebbe mai conosciuto: il suo carnefice non tornò mai e quella che era probabilmente l'ultima donna sulla terra morì di stenti in una prigione di cristallo.
L'ultima speranza dell'intero genere umano moriva con lei.
L'attesa
Fotografie di: Andrea Spiezia
Testo di: Mariarita Cupersito
Glia autori si presentano così:
ANDREA SPIEZIA
Da diversi anni rimodello le foto perfezionandole con i migliori software in circolazione ed elaborando scatti digitali.
Non sempre è semplice catturare in un istante le emozioni che sentiamo.
Le emozioni percepite in natura sono strettamente personali, legate all'animo del lettore, ma mediante lo scatto, attraverso il mio sguardo, riesco a restituire al fruitore i sentimenti percepiti nella foto; l'obiettivo risulta essere per me uno strumento con il quale trasferire quel sentimento di empatia in istanti di emozioni.
I link di Andrea: il suo sito
Non sempre è semplice catturare in un istante le emozioni che sentiamo.
Le emozioni percepite in natura sono strettamente personali, legate all'animo del lettore, ma mediante lo scatto, attraverso il mio sguardo, riesco a restituire al fruitore i sentimenti percepiti nella foto; l'obiettivo risulta essere per me uno strumento con il quale trasferire quel sentimento di empatia in istanti di emozioni.
I link di Andrea: il suo sito
MARIARITA CUPERSITO
I 'm interested in all things that can be a source of inspiration for not conventional art and beauty.
I love retrò - alternative style, I love recreating the atmosphere of the gothic literature with the most dark and enchanting representation of the beauty.
I link di Mariarita: il suo sito
Nessun commento:
Posta un commento