mercoledì 30 marzo 2011

Hai Bo non è un ottimista e Giuliana Battipede adotta vecchie fotografie

Hai Bo è un fotografo cinese che vive e lavora a Pechino. O meglio a Tongxian, nei sobborghi di quella estesissima metropoli capitale della Cina e sicuramente non è un ottimista.

Vi è mai capitato di aprire un cassetto e trovarvi le vecchie foto di famiglia? Talmente vecchie a volte non avete la minima idea di chi siano le persone ritratte? E poi domandarvi - osservandone le pose, i vestiti, le acconciature - chi fossero, come fossero poi proseguite le loro vite dopo quello scatto "posato" nello studio di un fotografo? Saranno state felici? Il sorriso misurato e di circostanza fermato per sempre nella fotografia ingiallita che vi trovate per caso tra le mani che storia avrebbe da raccontare? Pensieri un po' malinconici, domande senza risposta e la velata sensazione che qualcuno forse un giorno si porrà le stesse domande guardando una nostra fotografia.
Hai Bo indaga, trova vecchi ritratti e ne ricompone oggi lo scatto con le stesse persone: riallaccia le fila.  A volte qualcuno manca al suo appello e restano delle sedie vuote.
A nostro parere la sua poetica è struggente, senza speranza. Trasmette il senso dell'assurdità della vita che si perpetua senza scopo e significato sottolineato da situazioni comuni e reali, dove lo scorrere inesorabile del tempo è l'unica certezza.

Di altro parere è Giuliana Battipede. La scrittrice ci ha raccontato che un giorno, passando vicino ad un cassonetto, vide per terra una vecchia foto di un uomo baffuto: si fermò e la raccolse. O meglio, la adottò. E in seguito adottò altre immagini di persone che altri avevano deciso di abbandonare, di buttare, di dimenticare: inventò per loro dei racconti di vita legandoli al momento dello scatto fotografico. Storie brevi, divertenti, toccanti che qui di seguito riportiamo in audio letti dall'autrice stessa che ringraziamo come sicuramente la ringraziano quelle vecchie foto sgualcite.
Questi i personaggi, da sinistra a destra, che hanno ispirato i racconti:
"Vecchie foto", "Dinastia d'artisti", "Ah l'amour...",  "Nonna Battina".









7 commenti:

  1. HAI FATTO BENE A RACCOGLIERE QUELLA FOTO DAL CASSONETTO. LE TESTIMONIANZE DEI NOSTRI AVI SONO PREZIOSISSIME E TRA LE COSE PIù EMOZIONANTI ALLE QUALI MI CAPITA DI ASSISTERE, PER CASO, IN DOCUMENTARI, SUI LIBRI OPPURE PERCHè CHIEDO DI RACCONTARMI A QUELLI PIù VECCHI DI ME. CHE STRANO RISVEGLIO CON LA TUA VOCE CHE RACCONTA QUESTE STORIELLE! melita

    RispondiElimina
  2. qualche anno fa comprai degli album fotografici sulla bancarella di un rigattiere, la foto piu' recente è del 1945. Mi sono sempre ripromessa di studiarci e magari trovare qualcuno di quella famiglia e regalargli quei due album! Chissa' un giorno ci riusciro'

    RispondiElimina
  3. Due album da restituire... un giallo investigativo si aggiunge alle storie che quelle foto potrebbero raccontare!

    RispondiElimina
  4. Una delizia per il cuore...

    RispondiElimina
  5. Molto gradevoli queste piccole storie, sono momenti, istanti di vita, mi viene quasi spontaneo pensare a come saranno andate veramente le cose...ma l'interpretazione di chi ha visto queste vecchie foto e l'ha adottate sono aperte ad altre interpretazioni ancora e questo fatto è molto affascinante!!!!Complimenti per averci fatto 'sognare'! Miriam

    RispondiElimina
  6. E' sempre molto suggestivo immaginare una storia partendo da un'immagine che ci è estranea.
    Ma ci è davvero estranea? Quei volti, quelle pose, quegli abbigliamenti...sono davvero persone esistite. L'aver dato voce a questi volti sconosciuti è non soltanto una bella e interessante operazione letteraria, ma è un omaggio all'umanità che ci ha preceduti.
    Anche noi saremo, un giorno, un volto, una foto, un piccolo segno della nostra presenza nella storia. E ci farà piacere se qualcuno si fermerà a guardare e a darci voce.
    Grazie Giuliana!
    Paolo

    RispondiElimina