lunedì 2 aprile 2012

I progetti di Sveva Bellucci


Sono work in progress i progetti che abbiamo incontrato visitando il sito di Sveva Bellucci (questo il link) e pensiamo che così rimarranno. Intendiamo dire che abbiamo la sensazione che Sveva non si accontenti facilmente, che non consideri un argomento "liquidato" con una manciata di  scatti.

La ricostruzione di storie passate pare essere il filo conduttore della sua ricerca, ne è un esempio "Move", di cui sopra vi proponiamo due scatti, che Sveva presenta così:
"Ho iniziato questo progetto nel 2008 quando sono entrata, subito dopo il trasloco, in una casa vissuta per cinquant’anni dagli stessi inquilini.

La casa, svuotata completamente, conservava un vissuto ormai solo apparente, ma paradossalmente tangibile. Ero davanti ad un vero e proprio contenitore di storie, gli spazi mi apparivano ancora densi di abitudini ed atmosfere quotidiane.

Ricostruivo l’assetto dell'abitazione tramite le tracce lasciate: qui il salone, con il segno del divano sul muro e sopra una serie di rettangoli, ben descritti dal tempo sulla carta da parati: i quadri.
Lì  la cucina con uno strano disegno grigio in una nicchia, la serpentina del frigorifero; più in là la camera da letto si riconosce da un rettangolo più scuro sul pavimento e da segni sul muro uguali ed equidistanti, i comodini.
Poi gli oggetti, i più disparati: le vecchie antenne della TV che rimangono sempre attaccate al muro, le doppie prese, i ganci nelle cucine. Cose inutili, dimenticate.

Da lì, con il passaparola, l’aiuto di un traslocatore e poi di un architetto sono riuscita a trovare molte case svuotate da  fotografare;  spesso colgo delle analogie nei segni e  negli oggetti lasciati, ma c’è sempre qualcosa, oltrepassando la soglia di una casa vuota, che mi sorprende, mi fa sorridere e mi restituisce un senso di pace."



La stessa poesia, la stessa eco fa da sfondo a "Recisi": qui è la bellezza in dissoluzione dei fiori recisi, dimenticati testimoni di pensieri e sentimenti, che diventa lo spunto per immaginare i momenti di vita per i quali sono stati immolati.




Il terzo progetto, questo concluso visto che prevedeva di essere svolto dal 28 luglio al 18 agosto 2006, si intitola "Quelli che restano" (in chiusura del post ne proponiamo due scatti) e aveva come scopo di documentare, per mezzo di ritratti fotografici, la realtà domestica delle persone che restano in città nel periodo delle vacanze estive. Sveva si è rivolta direttamente agli inquilini di un ben preciso stabile romano: dai risultai ottenuti diremmo con grande successo e partecipazione. Anche in questo caso storie che partono da un momento particolare, quando la vita rallenta un poco e assume una dimensione molto intima e personale rispetto ad un quotidiano scandito da orari, doveri e ritmi collettivi.
Pensiamo sia però un argomento troppo interessante per essere archiviato, Sveva forse starà pensando ad un seguito…


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