Per motivare le sue scelte artistiche l'americana Janet Echelman cita Calvino: "la ricerca della leggerezza è una reazione al peso di vivere". E in effetti le sue installazioni fluttuano come gigantesche meduse in contesti metropolitani, animate dalla mutevole coreografia del vento, leggere e spettacolari.
Con un lontano trascorso di studente di biologia evolutiva all'Harvard College, che le ha permesso di osservare nei fossili le varietà delle forme plasmate dal vento, dall'acqua e dal tempo, la Echelman ha associato questa esperienza estetica ad un concreto sviluppo tecnologico.
Le sue sculture utilizzano una strutura rigida in acciaio, una specie di armatura combinata con forme volumetriche flessibili, coperte da una impalpabile e resistentissima rete realizzata in fibre tecniche.
Queste forme monumentali come grandi fossili immaginari appaiono nelle città, fuori scala e fuori contesto, generando negli spettatori, come è avvenuto per "She Changes" in Portogallo le più disparate interpretazioni: reti da pesca, navi e alberi della storia marittima portoghese, strisce delle vecchie ciminiere industriali, pizzo portoghese, creature marine o increspature nell'acqua.
Con la sua creatività Janet Echelman coinvolge e sollecita la mente. Il suo obiettivo è quello di creare un'opera con la quale i residenti possano instaurare una relazione, e che possa incarnare l'identità locale.
Dietro queste evanescenti forme che sembrano plasmate dalla natura si cela una accurata programmazione, come si può osservare negli studi preparatori computerizzati.
Studio preparatorio
Studio preparatorio
Qui potete vedere altri lavori dell'artista.
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